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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Il Fascino di una Villa Antica e l'incanto che ne rimane (a seguire racconto: "Domenica Sportiva")

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Nell’estrema periferia di Corato, il paese in cui vivo, c’era una villa abbandonata. La chiamavano Villa Capano, dal nome della famiglia nobiliare a cui era appartenuta, e si trovava all’interno di fitta boscaglia misteriosamente sopravvissuta, almeno fino alla metà degli anni Novanta, alla cementificazione della zona. Alberi secolari svettavano imponenti verso l’alto come pilastri volti a sostenere la pineta che adombrava l’intera area, mentre ai piedi degli stessi si allargavano cespugli alti fino a due metri fitti di erbacce, piante singolari e, nei periodi di primavera, di fiori colorati.  Per arrivare alla villa c’erano tre accessi. Il primo era costituito da due colonne ottocentesche in pietra le quali sancivano l’inizio di un viale che tagliava proprio per l’interno della boscaglia. Bastava passarci davanti per avere già un colpo d’occhio su un mondo totalmente diverso rispetto alle palazzine squadrate che si erigevano a qualche decina di metri da lì. Infatti le colonne s

Due parole su "Canto la Storia di Ulisse" di F. Albanese

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"Canto la Storia dell'Astuto Ulisse" racconta la storia del re di Itaca facendo riferimento ad alcuni dei fatti raccontati nei poemi omerici e nella tradizione antica. Il suo punto forte sta proprio nelle ombre cinesi con cui il protagonista, a volte nei panni di Ulisse altre volte del narratore onnisciente, interagisce. Oniriche, visionarie ed evocative.  La narrazione di per sé invece, lascia qualche dubbio. All'inizio è inaspettatamente ironica, illuminante ma mai didascalica, semplice ma non superficiale. Insomma, Flavio Albanese sembra proporre un mix brillante di affabulazione e loquacità colloquiale. Ben presto però si appiattisce riducendosi ad una rapida successione di eventi (del resto drasticamente ridotti viste le proporzioni del mito), orfana proprio di uno stile narrativo. Le musiche e ancora le ombre cinesi mantengono a galla lo spettacolo. 05/05/2018 Teatro Comunale Corato

Pensieri di un Povero Caronte (Racconto)

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"Pensieri di un Povero Caronte" è un racconto scritto nel 2008 e pubblicato per la prima volta nel 2009 sul numero 17 della Rivista "Toilet" .  E' stato il mio esordio editoriale, a livello nazionale, e ancora oggi lo considero tra le mie cose più riuscite. Oggi lo propongo per la prima volta sul mio blog.    Mario sedeva sul cofano della Panda incurante delle urla che provenivano dalla villetta. Con lo sguardo perso nel cielo tra le lingue di fuoco fumava una sigaretta. La stringeva tra l’indice e il medio in una mano tutta tesa. Non fumava da quando suo padre, tanti anni prima, l’aveva beccato con una sigaretta. L’aveva spedito all’ospedale dove gli avevano piazzato sette punti sulla fronte. Dal tempo dei sette punti fino a qualche ora prima aveva stretto di tutto tra i denti: tappi di penne, rametti di aiuole, stecche da ghiacciolo, chiavi, matite consumate e quant’altro di corto e cilindrico gli era capitato tra le mani. Poi quel pomeriggio Mimì