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Visualizzazione dei post da 2021

Castel del Monte Tempio esoterico: l'ipotesi di Tavolaro

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" Castel del Monte Scrigno Esoterico " è un libro che con semplicità e leggerezza ha il pregio di gettare luce su una ipotesi poco "gettonata", ma decisamente interessante, sulla finalità del Castel del Monte . Nel tempo si sono portate avanti teorie che, seppur legate ad un intento pragmatico, non hanno mai trovato argomentazioni solide (ricovero per la caccia, terme). Aldo Tavolaro in meno di cento pagine, e con uno stratagemma narrativo non privo di aspetti coloriti, ce lo propone come un presidio laico posto sul cammino verso la Terrasanta a ridosso dei porti di imbarco, una sorta di tempio nel quale il percorso dei templari doveva farsi interiore e spirituale oltre che fisico. Si tratta dunque di un "faro" che, composto da elementi derivanti dalle diverse culture mediterranee armonicamente connessi, doveva "illuminare" il cammino verso la conoscenza. Come sappiamo la documentaristica a riguardo è ridotta ad un'unica lettera, scritta da

Soundscapes - Storie fantastiche da panorami musicali

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Ho avuto il piacere di prendere parte a questo meraviglioso progetto che oggi finalmente viene alla luce: " Soundscapes - Storie fantastiche da panorami musicali ". Edizione Scudo, casa editrice Sci Fi ora all'inizio del suo "Spin Off" discografico, ha proposto a me, come a tanti altri autori, l'ascolto della sua prima antologia di brani musicali (scaricabile gratuitamente qui  ) Il progetto: ogni autore doveva scegliere un pezzo, quello che più lo colpiva, e lasciarsi trasportare da esso fino a scrivere un racconto ad esso ispirato.  A completare il progetto un'illustrazione disegnata da altri artisti del mondo Sci Fi che doveva accompagnare ciascun racconto.  Ogni racconto è quindi accompagnato da un'illustrazione e dal titolo del pezzo musicale a cui è ispirato, proponendo così una lettura con una sorta di colonna sonora.  Tanti racconti.  Tante illustrazioni.  Tanti pezzi musicali.  Qui sono presente con un racconto dal titolo " Mani di Terr

Storie dal e sul Rione Sanità

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La scrittura di un nuovo romanzo è un percorso esperienziale, un viaggio che fai fisicamente e mentalmente, una prospettiva che ti influenza, ti plagia e ti porta a scoprire nuovi aspetti del mondo che ti circonda e nuovi angoli della tua personalità. E' quindi inevitabile che i temi del tuo romanzo, gli "oggetti" di studio, influenzino le tue letture. E così, esplorando la nuova libreria del Mat, Un Panda sulla Luna, sono stato catturato da questo libro dalla veste sobria ed elegante: " Santa Sanità " di Diana Lama , da San Gennaro Edizioni (una casa editrice dal cuore di Sanità) Il rione Sanità , il Cimitero delle Fontanelle, le catacombe: elementi, insieme a tanti altri, al centro del mio romanzo. Di conseguenza non potevo non divorarmi questo breve racconto. Con uno stile secco, diretto, ma che riesce straordinariamente evocativo, Diana Lama catapulta il lettore nell'universo di Sanità, in quel limbo in cui la difficile realtà (oggi sempre più in riscat

Il rito del racconto, uno scatto rubato

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Uno scatto rubato sulla spiaggia di Maratea, mentre raccontavo di un viaggio appena concluso. Qui il racconto di un tratto di quel viaggio Nel 2011 intrapresi con un gruppo di amici un viaggio in bicicletta da Potenza a Praia a Mare, attraversando quindi una Basilicata che per quanto confinante con la mia regione conoscevo ancora troppo poco. Ci ritrovammo a pedalare a ben oltre 1500 metri di altezza, a ridosso di panorami mozzafiato, tra folti boschi, corsi d'acqua ovunque affioranti, laghi e cascate camuffate nella vegetazione. Dormivamo in tenda dove capitava, molto spesso in luoghi incantevoli a pochi passi da un fiume o una cascata.  Fu un'esperienza ricca e intensa che, per quanto si rivelò faticosa in alcuni tratti, volevamo non finisse mai. Pedalammo per sette giorni ma solo quando arrivammo a destinazione, Maratea, iniziammo ad elaborare i posti che avevamo scoperto, le difficoltà che avevamo superato, le avventure che avevamo vissuto. Una elaborazione che partiva prop

Il Calamaro gigante di Fabio Genovesi

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" Il Calamaro Gigante " è una una tessitura di immagini meravigliose e di storie incredibili scritte sulla base di uno sguardo in parte introspettivo e autobiografico.  Nel suo insieme un mosaico che inneggia alla vita, alla curiosità, all'esplorazione. Detto questo però devo fare una precisazione: non amo i testi filosofici mascherati da narrativa, né quelli con pretese educative, in quanto credo che la letteratura sia la rappresentazione di un punto di vista sul mondo unico e irripetibile e per certi versi puro e senza missioni. E' un viaggio genuino, folle, sregolato, e quanto più volete, tra parole, storie ed immagini legate da una poetica intrinseca. Insomma, qualcosa quanto più distante da un'idea di compendio.  Ecco qui Fabio Genovesi riesce ad infondere meraviglia e magia senza sforare in altro. È la storia del calamaro gigante, di mille storie che ruotano attorno ad essa tra mito, documenti e avvistamenti, della magia con cui noi, umani nonché ultimi ar

Un viaggio chiamato "Le Porte dell'Oceano"

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Uno di quei libri in cui dopo solo due righe ti ritrovi in mondi lontani, esotici, impossibili ma descritti con tanta cura da farteli sembrare reali. "Le Porte dell'Oceano" è forse tra i romanzi che più, finora, mi ha trasmesso quell'ingenuo e incantato "sense of wonder" che la fantascienza degli anni 50-60 ricercava a colpi di grandi invenzioni fantasiose. Un naufrago, salvato dai delfini e trasportato in un'isola lontana dove alcuni uomini, dalla storia oscura, studiano il loro linguaggio. Un'avventura a cavallo di quel dilemma umano che lo porta ad interferire nelle cose della natura, nonché nella catena alimentare. Fino a che punto l'uomo può condizionare la Natura a proprio vantaggio? Un classico ripescato dall'età dell'oro della fantascienza, forte di una narrazione dalla sensibilità puramente letteraria. Una di quelle letture piacevoli che devono capitare almeno una volta nel corso dell'anno.

CHI SONO. PUBBLICAZIONI DI RACCONTI E ROMANZI, ESPERIENZE EDITORIALI E ARTISTICHE

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Quando mi chiedono "cosa scrivi?" non mi è facile spiegarlo perché le mie creazioni narrative sono state fino ad oggi varie e diverse. Tuttavia se dovessi trovare un comune denominatore direi che le mie storie si sviluppano su visioni immaginarie che si sovrappongono a luoghi e contesti reali. E' il mio modo di raccontare i contrasti e i traumi di luoghi e società celati sotto mentite spoglie, tutto ciò che è intorno a noi, o addirittura dentro di noi, ma che spesso risulta sconosciuto ai sensi.  E ai sensori.  Reale e immaginario, amore e odio, verità e menzogna, razionale e irrazionale, vita e morte. Ci eleviamo verso la luce di Apollo, ma sotto di noi si apre l'abisso. Siamo esseri fatti di contrasti, come di contrasti si nutrono i sogni. Siamo uno degli innumerevoli esiti delle esplosioni stellari.  Qui di seguito trovate i racconti comparsi in questi anni in riviste e antologie (cartacei e/o ebook). Nella sezione successiva trovate informazioni sul mio primo roma

Bibart: Satyrandroide a La Vallisa (con Miguel Gomez, Franco Ferrante e Angela Piazza)

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Una presentazione che inizia forse come tante altre, un dialogo sui vari temi del romanzo. Poi la scena è squarciata e il protagonista del romanzo irrompe nella serata...  Ci siamo divertiti a decostruire l'idea stessa di presentazione di un libro, a farne una perfomance sospesa in cui gli stessi personaggi irrompono nella scena, rubandola di fatto all'autore e al suo interlocutore.  Come ho sempre detto il lettore è pura linfa vitale per ogni libro, senza di esso un libro è solo carta imbrattata. Per questo ringrazio Miguel Gomez : tutto è partito dal suo entusiasmo e dalla sua emozione da lettore. Ascoltare le sue impressioni su Satyrandroide è stato per me una grande soddisfazione nonché un secondo viaggio letterario (tuttora in essere).  Ringrazio Franco Ferrante che con la sua "inaspettata" veemenza teatrale ha squarciato la scena e insieme impersonato il mio caro Ulisse. E' stata una grande emozione condividere con lui questa esperienza. Resto tuttavia

Satyrandroide: incontro letterario - dialoga con l'autore Miguel Gomez (Art Director Bibart)

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Ci siamo.  Nell'ambito della Biennale Internazionale d'Arte di Bari , il 19 agosto, alle ore 19, presso l'auditorium Vallisa di Bari torneremo a parlare del romanzo Satyrandroide e di tutto ciò che ruota intorno alle sue pagine, tra immaginario e realtà, storia e finzione, carne e silicio.  Con me ci sarà  Miguel Gomez , artista e art director del Bibart. l'attore Franco Ferrante e la pittrice Angela Piazza . Per questo vi dico già che non si tratterà di una classica presentazione ma di un incontro che sarà conversazione, viaggio, perfomance, inganno e incanto.  Insomma, sarà un incontro molto particolare.  Vi aspetto. Clicca qui per conoscere il programma intero della manifestazione. 

Le promesse tradite del 2001: un ricordo di quei gorni

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Il 2001 fu l'anno in cui più di altri si formò la mia coscienza politica . Fu l'anno in cui per la prima volta mi tesserai ad circolo politico, fatto che non a caso avvenne tra due fuochi: il G8 di Genova e l'11 settembre.  Si parlava tanto in quell'anno, c'era un continuo confronto anche se raramente si traduceva in un incontro tra divisioni.  Ad ogni modo in quel 2001 c'era nell'aria un certo idealismo, una volontà di cambiamento testimoniata anche da due casi editoriali inaspettati.  "Il Secolo Breve" di Eric Hobsbawm metteva in qualche modo la parola fine ad un secolo che nella sua inedita velocità si era rivelato travolgente, tragico e disastroso. Il libro passava di mano in mano facendo scaturire una sorta di voglia di riscatto dal secolo e dal millennio che ci lasciavamo alle spalle.  "No Logo" di Naomi Klein invece era ormai un best seller che arrivava anche tra le mani di chi non poteva definirsi un lettore. Fu un caso letterar

Ladyhawk: La Magia delle zone d'Ombre

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Non ho idea di quante volte l'abbia visto, di certo però quando in seconda media il mio professore di italiano decise di proiettarlo in classe, io lo conoscevo ormai a memoria.  Ladyhawk è un film che vanta un'attenta contestualizzazione medievale nella quale però si libera una narrazione favolosa dal sapore leggendario. La stessa idea dell'eroe è staccata dalla tradizione che, proprio nel pieno degli anni Ottanta, li voleva esuberanti e allineati a qualche tipo di ordine: qui Navarre è un dissidente nei confronti del potere secolare della Chiesa, un solitario, un dannato, esattamente come la sua amata che si rivelerà nel corso del film. Attorno a loro un fuggiasco e un monaco anche loro in fuga dal passato e alle prese con una propria "maledizione".  Ladyhawk è un film che ami ad ogni età perchè nel suo essere anticonformista e antagonista sa raccontarti di quanto importanti siano le zone d'ombra e di quanta dolcezza e tenerezza possano celare, e così difende

Battiato: un erede degli antichi cantori

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Dal periodo adolescenziale ad oggi ne ho avute di fasi musicali, molto diverse tra loro, contrastanti viste dalla prospettiva di oggi, ma devo dire che Battiato è sempre stato presente. Credo che abbia iniziato a seguirlo poco più che bambino quando mia madre, per lo più affezionata alla canzone leggera della sua generazione, si emozionava a sentire alcuni dei pezzi con cui oggi più lo ricordiamo.  Battiato infondo è proprio questo: un'armonia sofisticata e allo stesso tempo leggera tra  la melodia dolce e il peregrinare filosofico, tra le sonorità pop e le sensibilità critiche e per certi versi ostili alla modernità, tra l’osservazione del mondo d’oggi e i racconti e i simboli di mondi antichi e pagani. Un unicum nel panorama italiano, un alieno nella nostra scena musicale (mi verrebbe da dire insieme, forse, a Giovanni Lindo Ferretti dei CCP se quest'ultimo non avesse avuto una triste e imbarazzante parabola discendente).  Non ho mai amato i pensatori e letterati camuffati da

Madre di Aronosvsky

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Adoro il cinema ma forse proprio per questo non mi piace farne un'indigestione. Quando i cinema erano aperti ci andavo più o meno una volta a settimana. Ora da quando è iniziato questo inverno, con il suo corpifuoco alle 10 e le sale chiuse da ormai chissà quanto tempo, mi sono imposto un film a settimana: il sabato, dopo la piazza, la birra e il cicchetto di sambuca (ognuno ha la sua ritualità).  Fino ad ora il mio cartellone è stato vario anche se nelle mie scelte è prevalso in gran parte dei casi un debole per il gotico o il sinistro (ma non mi sono fatto mancare film di tutt'altra natura). Ieri ho recuperato l'ultimo di Aronosvsky , regista che seguo con molta attenzione.  "Madre!" è un film visionario, cucito apparentemente come una commedia nera e assurda, una degenerazione onirica e sinistra, ma che in verità ricostruisce alla perfezione una storia che conosciamo bene con una simbologia curata con una filologia maniacale.  Non è un film comprensibile solo