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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Satyrandroide: incontro letterario - dialoga con l'autore Miguel Gomez (Art Director Bibart)

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Ci siamo.  Nell'ambito della Biennale Internazionale d'Arte di Bari , il 19 agosto, alle ore 19, presso l'auditorium Vallisa di Bari torneremo a parlare del romanzo Satyrandroide e di tutto ciò che ruota intorno alle sue pagine, tra immaginario e realtà, storia e finzione, carne e silicio.  Con me ci sarà  Miguel Gomez , artista e art director del Bibart. l'attore Franco Ferrante e la pittrice Angela Piazza . Per questo vi dico già che non si tratterà di una classica presentazione ma di un incontro che sarà conversazione, viaggio, perfomance, inganno e incanto.  Insomma, sarà un incontro molto particolare.  Vi aspetto. Clicca qui per conoscere il programma intero della manifestazione. 

Le promesse tradite del 2001: un ricordo di quei gorni

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Il 2001 fu l'anno in cui più di altri si formò la mia coscienza politica . Fu l'anno in cui per la prima volta mi tesserai ad circolo politico, fatto che non a caso avvenne tra due fuochi: il G8 di Genova e l'11 settembre.  Si parlava tanto in quell'anno, c'era un continuo confronto anche se raramente si traduceva in un incontro tra divisioni.  Ad ogni modo in quel 2001 c'era nell'aria un certo idealismo, una volontà di cambiamento testimoniata anche da due casi editoriali inaspettati.  "Il Secolo Breve" di Eric Hobsbawm metteva in qualche modo la parola fine ad un secolo che nella sua inedita velocità si era rivelato travolgente, tragico e disastroso. Il libro passava di mano in mano facendo scaturire una sorta di voglia di riscatto dal secolo e dal millennio che ci lasciavamo alle spalle.  "No Logo" di Naomi Klein invece era ormai un best seller che arrivava anche tra le mani di chi non poteva definirsi un lettore. Fu un caso letterar

Ladyhawk: La Magia delle zone d'Ombre

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Non ho idea di quante volte l'abbia visto, di certo però quando in seconda media il mio professore di italiano decise di proiettarlo in classe, io lo conoscevo ormai a memoria.  Ladyhawk è un film che vanta un'attenta contestualizzazione medievale nella quale però si libera una narrazione favolosa dal sapore leggendario. La stessa idea dell'eroe è staccata dalla tradizione che, proprio nel pieno degli anni Ottanta, li voleva esuberanti e allineati a qualche tipo di ordine: qui Navarre è un dissidente nei confronti del potere secolare della Chiesa, un solitario, un dannato, esattamente come la sua amata che si rivelerà nel corso del film. Attorno a loro un fuggiasco e un monaco anche loro in fuga dal passato e alle prese con una propria "maledizione".  Ladyhawk è un film che ami ad ogni età perchè nel suo essere anticonformista e antagonista sa raccontarti di quanto importanti siano le zone d'ombra e di quanta dolcezza e tenerezza possano celare, e così difende