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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

SATYRANDROIDE, Tra la penna e il Calamaio, 10: Napoli e il Sud

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Cosa vi viene in mente quando pensate al Sud Italia? Credo che in tante eventuali risposte emergerebbero una serie di stereotipi o elementi inflazionati, frutto a mio avviso di un’ingiustizia storica.  La verità è che il sud Italia, nella sua stratificazione culturale millenaria, nelle sue mille sfaccettature, amalgamate e spesso contraddittorie, nella sua enorme ricchezza di esperienze e influenze, non è leggibile e interpretabile da tutti. Il vero Sud Italia non è pop, né folk. Non è la pizza napoletana, né il suo caffè, non sono i polpi di Bari, tanto meno le esotiche spiagge del Salento (ancora meno il suo reggae), non sono le tarantelle ballate con gonne vintage e vinello, né la retorica che enfatizza la bellezza della povertà (retorica declamata, oggi come ieri, dalla borghesia latifondista).  Quando mi chiedono perché ho ambientato gran parte del romanzo nel Sud Italia, mi viene sempre da rispondere, al di là della poetica legata al romanzo, perché è la terra perfetta

SATYRANDROIDE, Tra la penna e il calamaio, 9: Charlotte the Harlot

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Ho così tanto ascoltato gli Iron Maiden che potrei considerare la loro musica parte della colonna sonora della mia vita. Amo la musica e negli anni ho ascoltato tanta roba, sia nell’ambito rock e metal che in tanti altri generi, ma la band di Harris e Dickinson sono il porto a cui sono poi spesso ritornato.  E’ inevitabile che abbiano influenzato, in qualche maniera, la mia scrittura e quindi anche la stesura di Satyrandroide.  Presente nel primissimo album della band, prodotto di quella primissima fase pervasa da una consistente venatura punk (data anche dalla presenza del cantante Paul Di Anno che proveniva proprio da quel mondo), “Charlotte the Harlot” è una delle tante storie provenienti dai sobborghi della Londra di fine anni Settanta, una città fatta di diseredati, storie al limite e di un sottosuolo sociale oppresso da una congiuntura ostile e dal conseguente rigidismo della Thatcher. Gli Iron Maiden furono in qualche modo i cantori di questo sottosuolo indemoniato e

SATYRANDROIDE, Tra la penna e il Calamaio, 8: Figlio di un Dio Seggiolaio

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Satyrandroide è un romanzo fatto di storie. Ogni personaggio trascina con sé il suo passato, i suoi demoni, quindi la sua storia che finisce inevitabilmente per incastonarsi con quella degli altri personaggi. Possiamo dire quindi che è un romanzo di incontri. E fu proprio col tema dell’ “incontro” che nel 2011 si parlò per la prima volta pubblicamente di Satyrandroide. Avevo buttato giù decine di pagine anche se molte di queste non sarebbero rientrate nella versione definitiva. Tuttavia una delle parti scartate fu ispirazione di una perfomance artistica nell’ambito della manifestazione Edicola RaRa, a Terlizzi. Il pezzo si intitolava “Figlio di un dio seggiolaio” e raccontava di un costruttore di sedie che viveva nella striscia di Gaza. Si chiamava Salman e a seguito di una serie di tragicomici avvenimenti si ritrovava inglobato, lui malgrado, in un’organizzazione terroristica. Il pezzo si focalizzava sulla condizione di solitudine e indifferenza che viveva il protagonista nel tra

Gli anni che ti forgiano non muoiono mai

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Io negli anni Novanta sono cresciuto. Ho vissuto in quegli anni la mia adolescenza, il periodo di ogni persona che nel bene e nel male ti forgia. Tuttavia sono molto legato a quegli anni non perché sia un nostalgico dell'adolescenza (a 37 anni continuo a credere che sia il momento più difficile della crescita di ogni persona e che non lo rivivrei per nessun motivo) ma perché le espressioni artistiche di quegli anni mi hanno fatto diventare ciò che sono oggi. Sempre nel bene e nel male. Quando ci penso mi saltano in mente le decine e decine di albi di Dylan Dog letti, soprattutto gli inediti. Credo che il fumetto di Sclavi, seppur sia nato negli Ottanta, sia un prodotto culturale degli anni Novanta. L'indagatore dell'Incubo rispecchiava, col suo essere dark, asociale ma allo stesso tempo con la sua spiccata sensibilità nei confronti di mostri e diversi, il mondo underground italiano; raccontava insomma l'orrore che si avvertiva nei confronti di una società adulta, f