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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

Giove: tra immagini spettacoli e fantasie fantascientifiche

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Giove sembra una tavolozza impazzita, un intruglio di colori. Per via della sua atmosfera gassosa, dell'inesistenza di una superficie, delle sue impetuose tempesta (l'occhio rosso corrisponde ad una tempesta in atto da 500 anni) e di altre condizioni è forse il pianeta del sistema solare più inospitale che ci sia (alcuni lo ritengono una stella in fase di raffreddamento). Tuttavia proprio per questo l'ho ritenuto molto interessante da un punto di vista narrativo.  In Satyrandroide è presente un'importante colonia gioviana che ha trovato un modo singolare per vivere nella sua atmosfera e usufruire così dei suoi ricchissimi giacimenti di gas, fonte di energia preziosa. I "gioviani" infatti vivono in gigantesche "ampolle di vetro", isolati quindi dalle condizioni proibitive del pianeta. Tuttavia la vita in queste ampolle può essere mentalmente insostenibile, ma proprio per questo il paesaggio, nonché la realtà circostante, può essere continuamente ridis

Craco e Tursi: due mondi in contatto

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Voglio qui accennarvi di due città lucane che ho avuto il piacere di visitare più volte e che sono presenti, seppur in brevi tratti, nel romanzo Satyrandroide.  Craco, oggi città fantasma e meraviglia paesaggistica, é un borgo che ha origini normanne. Basta vedere la torre che svetta in cima, squadrata, per rendersi conto della sua vocazione "militaresca". foto del 2019 A circa 20 km da lì sorge su una collina un altro paese: Tursi. Questa invece ha origini saracene e a testimoniarlo c'è il quartiere antico chiamato non a caso Rabattana. Anche qui ci sono fantastici scorci.  La cosa che mi ha sempre affascinato è l'idea che due popoli così diversi, normanni e saraceni, spesso divisi e in contrasto, qui si dividevano una piccola fetta dell'attuale Basilicata stando l'uno di fronte all'altro e spesso, inevitabilmente, condividendo gli stessi sentieri, gli stessi passi, gli stessi boschi e gli stessi corsi d'acqua. Per tutto il Medioevo il meridione d'

Cos'è "L'ombra del Vento"?

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E' uno di quei libri che vorresti non finissero mai e quando finisci di leggerlo ne rimani un po' orfano. I personaggi, il modo di raccontare, i luoghi resi così magici ed evocativi, la prosa così viva e pulsante, tutto è parte di un mondo in cui non vedi l'ora di tuffarti, un labirinto di storie in cui ami perderti. Ma un libro non è infinito, prima o poi la fatidica ultima pagina arriva. Ma proprio quando l'hai chiuso ti accorgi che infinito è il lascito magico ora presente in te.  L'ombra del vento è un romanzo scritto da un narratore, da uno che sente la narrazione come pulsazione sanguigna, come preghiera religiosa e pagana. Qui la narrazione è la tessitura di un mistero che come un'armatura deve difendere ciò che c'è di più delicato e allo stesso tempo potente al mondo, di ciò che ci rende eroi e dannati...  E', la storia di un libro, di un lettore e di una scrittura. E di tutto insieme perché la scrittura, come la lettura, è pura vita. Zafon ci pr