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"A cosa serve questo pulsante": un'esaltazione del confronto diretto con le cose, del contatto e dell'errore come crescita personale

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"A cosa serve questo pulsante" è un libro scritto senza fronzoli e senza un ghostwriter. Direi scritto quasi di pugno. Del resto non c'era tanto da ricamarci su dato che il soggetto era già di per sé forte: da ragazzo cresciuto nella Londra degli anni Settanta a cantante di una delle rockband più originali della storia, pilota di aerei linea, schermidore.  E qui sta uno uno dei motivi per cui ho deciso di leggerla: la dinamicità del personaggio, forte nell'esplorare vari mondi e nel rimbalzare tra di essi senza mai uscirne a mani vuote. La curiosità e il desiderio di non rimanere fermo nel proprio ambito fanno di Bruce un eroe moderno, contrapposto alle tendenze alla settorializzazione del nostro tempo. Dickinson è oggi una rockstar tacitamente alternativa. Come del resto lo sono stati gli Iron Maiden i quali, durante i loro ormai 40 anni di carriera, hanno fatto parlare poco e niente di loro al di là dei discorsi propriamente musicali. Né storie di drog