La conversazione tra due ragazze in treno


Sedute in qualche parte del vagone due amiche parlano di sé. L’università, il parrucchiere, i pantaloni. Ma è soprattutto il ragazzo conosciuto il giorno prima da una delle due a ritornare continuamente nei loro discorsi.
La loro è una conversazione strana poiché nelle parole aleggia un’incertezza latente. L’una fa domande da cui l’altra tende a congedarsi con risposte telegrafiche, e viceversa, le intercalari cadono come pioggia, ognuna salta da un discorso all’altro come una pallina di ping pong.
In un altro angolo dello stesso vagone il nostro amico Salvatore appunta la loro conversazione con una certa cura, riportando addirittura l’intervento del controllore.
Ecco quanto le misteriose ragazze si sono dette.


15 febbraio 2006
Ore 13.30
Sul treno Barinord, tratta Bari Barletta.

A: madò, sono stanca.
B: eh si … meno male abbiamo preso questo treno.
A: oggi ho pure la parrucchiera …
B: eh … io il dentista … che devi cambiare taglio?
A: bu … non lo so ancora … dipende … comunque prima ti stavo dicendo che ieri sera ho conosciuto quel ragazzo che ti dissi …
B: di … per quello vai al parrucchiere? … com’era?
A: no vabbe’ … sembrò una cosa fredda … non so, devo capire …
B: madò mia madre voleva il profumo, me ne sono scordata! Però tu vedi di avere il numero del tipo … così magari pure uno squillo … fai capire.
A: eh… devo vedere.
C: biglietti prego.
B: chissà se viene Nicola a prendermi.
A: mio padre se ne sarà scordato. Ma domani quante ore abbiamo?
B: tre mi sa. Dove le hai prese queste scarpe?
A: eh non mi ricordo … mi sa a Bari, il periodo dei saldi …
B: ma dove? A Via Sparano?
A: eh, mi sembra. Però domani prendiamo il treno prima?
B: se ci riusciamo. E prima hai visto a quella, che faceva la simpatica col professore?
A: che era pure brutta …
B: mo, verament. E stasera devi uscire?
A: eh vediamo … se non mi sento troppo stanca. Che poi stavo a pensare, e il professore non diceva niente a quella …
B: lasciamo perdere. Comunque la spiegazione è sembrata semplice … bu, vedremo.
A: Forse me li faccio lisci (i capelli, ndr) … oppure la tinta. Ma tu pensi di fare il laboratorio ‘sta settimana?
B: eh non lo so. Mo vediamo. Perché non ti fai i colpi di sole?
A: io ho i colpi di sonno. Ma ti viene a prendere Nicola?
B: e bu, se ce la fa. Che vuoi un passaggio?
A: no vabbe’. Me ne vado a piedi … così rifletto.
B: sul parrucchiere?
A: no, ce scem, su come mi devo comportare con quello … secondo me non gli interesso …
B: vabbe’ tiratela un po’ … fallo avvicinare e poi fai far a lui il primo passo.
A: ma pensi che gli piaccio?
B: da come ti guardava l’altra volta si … è vero che tu hai il seno grosso …
A: eh lo sapevo … mica è colpa mia.
B: no, ma si sa i ragazzi …
A: bu, devo capire …. Vedremo …
B: vedi … basta che non dai subito confidenza … ma tua cugina è tornata?
A: no, a fine mese … stavo pensando che mi faccio le mesh.
B: bu, non riesco a vederti. O, ma siamo arrivati.
A: ma, meno male … bo, dove dovevamo scendere …
B: veloce che chiude le porte …
A: no, no … non sia mai … permesso, permesso …
B: oh, sta Nicola … che culo!

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