Salva i ciclisti


Salvaiciclisti è la versione italiana di un movimento più grande, un’onda che partendo dall’Inghilterra si è allargata in tutta Europa, uno tsunami rivoluzionario che lascerà i primi segni sabato 28 aprile, quando ci sarà la più grande manifestazione a livello europeo a favore della bicicletta.

Salvaiciclisti: in sintesi.
Tutto è iniziato dalla campagna “Cities fit for the cyclists” lanciata dal Times. Si tratta di un manifesto con cui si elencano otto punti per rendere più ciclabili le città. Otto proposte da fare ai governanti contro una viabilità urbana non più sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista della sicurezza.
Il manifesto conosce da subito un eco vastissimo e inizia a circolare sui social network e sui blog di tutta Europa. In Italia il movimento viene rilanciato col nome Salvaiciclisti ed è dapprima supportato da testate nazionali come Repubblica, Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano. In pochi giorni gli otto punti del Times diventano addirittura una proposta di legge sottoscritta da tutte le forze politiche (tranne la Lega) in fase di approvazione in Senato.
Le proposte contenute nel manifesto del Times vengono integrate con un altro movimento parallelo, tutto italiano, denominato Caro Sindaco. Si tratta di un insieme di ben dieci suggerimenti tecnici da dare alle amministrazioni locali per favorire i ciclisti e la loro sicurezza nelle città italiane. Sin da subito varie città aderiscono all’iniziativa: Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e altre.
Ecco quanto. Il resto di questa storia la si scriverà da sabato 28 aprile 2012.

La manifestazione del 28, e più in generale tutti i movimenti ciclabili che negli ultimi anni si sono sviluppati in Italia (come del resto in tutto il mondo) non sono solo delle risposte alla crisi che stiamo attraversando. L’inquinamento delle nostre città e il caro benzina hanno certamente dato una spinta propulsiva, ma la mobilità eco-sostenibile è una questione molto più larga a tal punto da inglobare ogni minimo aspetto della nostra quotidianità. Muoversi in bici infatti non significa solo rispettare l’ambiente o risparmiare soldi, ma soprattutto abbracciare un modo di vivere più sostenibile per la nostra salute, fisica e psicologica.
Per comprendere a pieno il mondo che la bicicletta rappresenta occorre immaginare alcune situazioni quotidiane. Lo sforzo immaginativo dovrebbe essere minimo poiché, infondo, si tratta di situazione che ci capitano in continuazione, come quella di sostare in coda al traffico, o quella sentirci soli nell’abitacolo incolpando l’autoradio incapace di farci compagnia, oppure quella di girare a zonzo alla ricerca di un parcheggio. Con una bicicletta tutto è diverso: non esiste traffico nel quale imbottigliarci, siamo parte del contesto in cui ci ritroviamo senza che una gabbia metallica ci isoli, possiamo fermarci quando e dove vogliamo senza che qualcuno reclami contro la nostra sosta. E, infine, per parcheggiarla serve poco e niente, al massimo un palo a cui assicurarla.

Non ci ritroviamo davanti alla santificazione di un mezzo e alla demonizzazione di un altro. Niente di tutto questo. L’automobile resta un mezzo utile per particolari esigenze. Come al solito però quello che ci danneggia è l’abuso con tutte le inevitabili conseguenze che ha sulla società. Non ce la prendiamo con l’automobile ma con chi la usa in maniera sconsiderata inquinando, di conseguenza, a destra e a manca, intasando le strade e rappresentando, spesso, un  pericolo fatale.
Non ce la prendiamo con l’automobile ma con quel modello di vita che giorno dopo giorno si rivela sempre più disumano e che appesantisce le nostre vite. Il benessere degli anni passati, con la conseguente e sfrenata motorizzazione, ci ha indotto a credere che la comodità fosse sinonimo di felicità, che la velocità fosse il nuovo dio sceso sulla terra e che l’esuberanza fosse la più grande espressione dell’essere umano. No, non è così e tutti più o meno l’abbiamo capito. Ora si tratta solo di guardarci negli occhi e fare quelle piccole rivoluzioni personali senza le quali vivere diventerebbe sempre più difficile.   

Ci vediamo Sabato 28 a Roma.
Ma se non riuscite a venire, tranquilli. Per salvare il mondo basterà che da oggi usiate di più la bici.

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