Viaggio a Londra: una città immaginaria celata in una capitale europea (agosto 2018)

Credo che Londra sia stata tra le prime città straniere che mi siano state raccontate. E a raccontarmela per la prima volta, come già detto nell'articolo per il trentennale, fu proprio Dylan Dog. 
Era una Londra cupa, oscura, ma anche magica, in quanto abitata da mille storie e leggende, affascinante per via della sua architettura vittoriana. Una Londra attanagliata da un conflitto, oggi più vivo che mai, tra la sua parte più borghese e avida e la moltitudine di creature dannate che abitano i sotterranei sociali e fisici della città.
Posso dire che anche per questo Londra per me non sarebbe stata solo una città da visitare...

                                      

                                                    

Si, lo so. Era una cosa inutile, forse largamente abusata, ma dopo tanti anni passati in uno degli innumerevoli universi paralleli (citazione solo per dylandoghiani) avanti alla porta urlante dell'Indagatore dell'Incubo, non potevo, seppure in questo universo, non andare al numero 7 di Craven Road. Quindi non per il bar (decisamente banale) ma per una sorta di mecca immaginaria. 

 

Accanto al fumetto della Bonelli vi è un film che ha contribuito in maniera importante al mio personale immaginario su questa città: 28 giorni dopo, con le sue scene apocalittiche, è di fatti oggi un must. 


Londra è una città misteriosa, affascinante e ricca dai punti di vista storico, artistico e culturale. Ma è una città che allo stesso tempo cela questa sua magia in un ordine geometrico e moderno tipico delle città nordiche. Questo fa si che l'incanto di un tempo vada un po' ricercato in quel pullulare di architetture e slanci moderni, figli della sua vocazione capitalistica. 



D'altro canto si sa, Londra è una città fatta di mondi al suo interno, mondi che a loro volta richiedono molto tempo e molta curiosità per essere visti, scoperti e vissuti. Uno di questi è senza dubbio il British Museum. Con un'allucinazione dopo l'altra, e con una sequenza irregolare e piacevolmente impazzita, riesce a raccontarti la storia dell'umanità nelle sue varie esperienze e luoghi.  




Una multiculturalità che ovviamente non manca anche fuori dai musei. 


Buckingham Palace è certamente un'attrazione turistica. D'altro canto però va detto che la famiglia Reale, con tutte le sue contraddizioni, rappresenta ancora una parte importante dello spirito inglese. Nel bene e nel male. E questo lo si avverte anche nello spettacolino del cambio della guardia, composto dall'imponente palazzo che fa da scenografia, dalle guardie a cavallo che si aggirano gentili e pervasi da una accennata aria festosa, e dai soldati, con la nota ed esuberante divisa, che obbedendo ai rigidi protocolli marciano e suonano come in un'armonica parata. 


Quante storie sono state scritte a Londra? E quante ambientate?





Una città fatta di mondi dunque. E uno dei mondi più stupefacenti che ospita è senza dubbio la National Gallery. Entrate in un sogno e perdetevi all'infinito. 


Cosa poteva essere Camden fino agli anni Novanta? 
Se nella musica il luogo è importante con molta probabilità Camdem era la mecca della musica. Lì le avanguardie musicali trovavano spazio, gli stili si tramutavano in tendenze e negozi super assortiti fungevano da enciclopedie musicali del passato, del presente e del futuro. Tutto ciò non lo si capisce soltanto dai libri di storia della musica e dalle biografie, ma anche passeggiando semplicemente per le sue strade. A guardare certe insegne, o certi negozi che oggi vendono cineserie o gadjets legati al mondo del rock (ad eccezione di qualche sopravvissuto negozio di vinili), ci viene da pensare che in un tempo in cui l'industria discografica non aveva ancora conosciuto internet, ogni cultore del rock, ogni dj e ogni esperto doveva farsi almeno un viaggio all'anno a Camdem per capire dove la musica stesse andando. 




Se il British Museum e la National Gallery sono due mondi che ti raccontano l'uomo nei millenni, il Natural History Museum è insieme un Jurassic Park, un viaggio spaziale e un viaggio al centro della Terra. Una giostra che sembra portarti al limite dell'impossibile. 





Lo propongono in continuazione, è di fatti il simbolo di Londra, ma quasi sempre lo trattiamo come un logo, almeno fino a quando non lo vediamo dal vivo. E allora veniamo travolti dalla sua esuberante bellezza, dalla sua raffinata eleganza ma, come avviene raramente, depurata da ogni austera severità. Sembra un pezzo di castello che emerge misteriosamente dalle acque.  




Costumi sudamericani ai piedi del Tower Bridge. 


Londra è una capitale mondiale ma nonostante ciò c'è qualcosa in essa che resiste a questo status. Per comprendere meglio un tale spirito è sufficiente pensare ai tanti parchi nel cuore della città, grandi come quartieri, che nel silenzio e nel verde candore si oppongono agli eserciti di grattacieli.



Un altro ponte vittoriano: quello di ferro dell'Hamersmith. 


Lo speaker's corner ad Hyde Park


Il Cutty Sark a Greenwich


Londra vista dalla collina del meridiano di Greenwich

Londra è la città di Mary Shelley, di Sherlok Holmes e Conan Doyle, di Charles Dickens, di Shackspeare, di Jack lo Squartatore. E' la città degli Iron Maiden (giusto per la cronaca è proprio a Candem che avvenne il primo incontro tra Bruce Dickinson e la band di Steve Harris), dell'hard rock, dei Beatles e del punk. E' la città del grande incendio del 1666 (una data che è di per sé uno scherzo del destino), la città delle caratteristiche e tradizionali public house (chiamate comunemente pub) oggi conservatrici del puro spirito british. La città da cui fu diretta l'unica resistenza contro il Terzo Reich prima dell'intervento degli Usa. Qui leggenda, storia e realtà si mischiano fino a creare un'atmosfera gotica e vittoriana che seppur in parte logorata dallo spuntare come funghi di enormi grattacieli (che visti da lontano, con le immancabili nuvole, sembrano tante torri di Sauron, giusto per citare un altro inglese doc), è una voce remota che tende a conservarsi e a resistere, come in una filastrocca che fa così: London bridge is falling down, falling down, falling down... 

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