SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio: 7, Ritorno al domani

Fu un giorno a metà degli anni Novanta. Quando vidi la copertina di “Ritorno al Domani” di Hubbard pensai due cose: voglio leggere questo libro e voglio scrivere una storia con l’astronave disegnata sulla copertina. 
Facevo il primo anno di scuola superiore, mi piaceva leggere e scrivevo forse da un paio d’anni, quasi in incognito. Oggi, con il lessico degli adolescenti si direbbe che ero un nerd, ma in quel periodo non si badava tanto a dare un nome ai comportamenti, le espressioni anglofone entravano nel lessico italiano con molta difficoltà e sulle proprie passioni c’era sempre una maggior riservatezza. Ad ogni modo, divorai quel romanzo in pochi giorni e divenne così una pietra miliare nel mio cammino da lettore e amante della fantascienza. 
Il romanzo si basa su un principio (fanta)scientifico: “A misura che la massa si avvicina a un valore infinito, il tempo di avvicina a zero”. In altre parole un anno trascorso su un astronave corrisponde a diversi decenni sulla Terra. Ed è proprio questa la tragedia di Alan, il protagonista, il quale al ritorno da ogni missione spaziale deve fare i conti con un mondo sempre diverso, straniante, con inevitabili conseguenze nella propria vita affettiva. 
Figlio del periodo d’oro della fantascienza (dagli anni Cinquanta fino a prima dello sbarco sulla Luna) è uno dei libri che mi hanno fatto scoprire il mondo della Sci-Fi e soprattutto la sua enorme capacità di sondare nelle profondità dell’uomo nel pieno della sua evoluzione tecnologica. D’altro canto si può dire che se questo genere nasce col “Frankenstein” di Mary Shelly, è proprio con i romanzi degli anni Cinquanta che trova una propria sensibilità letteraria. 
Come ho spesso detto (e per chi non l’avesse ancora letto), Satyrandroide si sviluppa per gran parte nel Sud Italia. Tuttavia le vicende dei personaggi iniziano da molto più lontano. Oggi quindi potrei dire, a quell’adolescente ammaliato dalla copertina di un libro di fantascienza, che il romanzo con un astronave simile l’ho alla fine scritto.

P.S.: Hubbard è stato un grande scrittore di fantascienza. Preferisco ricordarlo solo così…


Ecco dove al momento puoi trovare Satyrandroide

Ti aspetto alla presentazione:



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