"Tre Millimetri Al Giorno" di R. Matheson

A Matheson devo tanto. 

Primo perché è l’autore che più di tutti mi ha fatto innamorare della lettura quando ero appena adolescente. Secondo perché la sua scrittura è stata sempre per me un modello. 

Matheson è uno scrittore che scava a fondo nei personaggi facendoti toccare con mano le loro paure e le loro fragilità. Così accade che anche quando ti racconta fatti fantastici ti sembra quasi che tutto invece sia profondamente realistico. E’ forse è proprio questo il punto di forza della letteratura dell’immaginario: saper indagare la fragilità umana attraverso invenzioni letterarie che sappiano meglio rappresentarle. 

“Tre Millimetri al giorno” è un autentico capolavoro. 

Un uomo affetto da una malattia più unica che rara: ogni giorno si rimpicciolisce di tre millimetri al giorno. Col mutare delle proprie dimensioni cambia la percezione delle cose, la dinamica dei rapporti umani, il senso di ogni singola giornata, la misura del tempo e delle distanze. La sua è una malattia inesorabile, è qualcosa che non si può arrestare né far regredire. Quello che Scott può fare però è imparare ad accettare quella condizione e, insieme, adattarsi e trovare continuamente soluzioni fino a quando arriverà a quello che pensa sarà il suo giorno zero. Matheson ce la racconta fase per fase così chiaramente come se in realtà fosse la narrazione di un fatto realmente accaduto. 

Nell’evolversi della malattia Scott diventa pian piano un eroe, nel senso più tragico e greco del termine, perché se da una parte accetta il suo destino, dall’altra non lo subisce. Combatte ogni singolo giorno anche quando combattere sembrerebbe inutile, perché forse è nel combattere e nel non arrendersi all’evidenzia che si cela il senso della vita. 

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