Macchina Come me di Ian Mc Ewan

McEwan è un virtuoso delle relazioni sentimentali: scava a fondo intrecciando storie, sogni, traumi e dettagli con una raffinata e placida architettura. Questa volta però ci racconta una storia che per usare un termine inflazionato diremmo distopica. Anni Ottanta. Turing è vivo ed è riuscito a portare l'intelligenza artificiale molto più in là, il Regno Unito ha perso le Falkland cadendo in una grave crisi economica e la relazione sentimentale tra i due protagonisti deve fare i conti con gli effetti derivanti da un protipo di androide che, un po' maggiordomo, un po' guardia del corpo, va di fatti ben oltre la sua "funzione" di macchina. 


"Macchina come Me" uscì nello stesso periodo del mio "Satyrandroide", inizio 2019, e anche per questo ero curioso di scoprire come uno dei più grandi scrittori viventi (almeno secondo me) avesse affrontato l'argomento. 

L'essere umano é un essere fatto di contraddizioni, di antitesi che consce o inconsce scolpiscono il carattere e soprattutto le relazioni sentimentali. Il cervello umano è fatto di miliardi e miliardi di connessioni, di conseguenza i tentativi di fare un ordine e comprenderne le dinamiche portano spesso a equilibri approssimativi destinati al tracollo. 

Se vada considerata o meno fantascienza é questione a mio avviso marginale (l'autore ha spesso precisato che non lo è), sta si fatto che con questo romanzo McEwan riesce ad addentrarsi nella contraddittoria e ingarbugliata natura umana con sottile ironia e tessitura di trama

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