Coffee and cigarettes in biblioteca

L’antro della belva.
Alcuni bibliotecari ci impressionano per le bi con cui caricano la parola (la bibbbblioteca), altri per l’orgoglio con cui ci mostrano gli scaffali puntualmente pieni, altri ancora per i libri, tanto antichi, tanto intoccabili, che custodiscono con gratuito rigore. Questi individui rappresentano un’idea di biblioteca ridotta a bomboniera, di fatto accessibile a retori incalliti o a inquietanti custodi di un sapere divinizzato. Questi bibliotecari sono i primi a proclamare che la conoscenza è di tutti, ma quanti benintenzionati finiscono per tenersi alla larga a causa di quel muro di soggezione che tantissime biblioteche ispirano?
Senza voler essere accademico cito due delle leggi della biblioteconomia: “I libri sono per tutti. A ogni lettore il suo libro” e “A ogni libro il suo lettore” (http://it.wikipedia.org/wiki/Ranganathan).
La biblioteca non è un luogo di conservazione. Per questa funzione ci sono i musei. E’ invece un luogo dove ogni individuo può soddisfare il suo bisogno di informarsi e di crescere culturalmente. E’ un luogo dove ogni tipo di esperienza umana, impressa su un libro, deve essere alla portata di tutti.

Libri per tutti.
I libri sono per tutti! Mi appello agli utenti (bambini, ragazzi, studenti, lavoratori, adulti, anziani, etc): è un vostro sacrosanto diritto sfogliare, leggere e, per le edizioni recenti, prendere in prestito qualsiasi libro. Niente può frapporsi tra voi e il libro (o il giornale). Né la negligenza dei bibliotecari, né la retorica dei sapientoni. Potete leggere un giornale, prendere in prestito un libro a titolo gratuito. Mi è capitato che molte persone, affacciatesi in biblioteca per la prima volta, mi chiedessero, quasi intimorite, se prendere in prestito un libro fosse un servizio a pagamento. No! La biblioteca è pubblica, e quindi gratuita, per antonomasia. Non esistono biblioteche a pagamento. In tal caso si parla di librerie.
Una grande biblioteca si riconosce non dagli scaffali pieni, bensì dagli scaffali vuoti. Più libri sono in prestito, più valore acquisisce la biblioteca in una società. Quindi mettete da parte ogni soggezione, ogni timore e pretendete di leggere qualsiasi titolo. Non fatevi nessun problema perché, ripeto, è un vostro sacrosanto diritto. Non scordatevelo!

Divulgazione e non conservazione.
Il libro senza il lettore è un cumulo di carta senza valore. Per dirla con Italo Calvino un libro si riscrive ogni volta che viene letto. Per tanto, mi appello nuovamente a voi, utenti di ogni sesso, età, condizione sociale: siete troppo importanti perché senza di voi il libro non ha ragione d’esistere.
Le opere devono essere sempre leggibili e consultabili. Per questo devono essere presenti in edizioni recenti. Agli occhi del lettore importa il contenuto del libro e non l’oggetto in sé; di conseguenza si predilige quell’edizione che ne favorisce la fruizione. Quindi togliamo dalle biblioteche incunaboli, cinquecentine e tutti quei reperti che avranno un valore avanti ad una sensibilità storica, ma non certo d’avanti agli occhi del lettore. Portiamo tutti questi reperti in appositi musei (dove, del resto, verrebbero valorizzati) perché la biblioteca è un luogo dove i libri devono essere usati, riusati e a lungo andare, nel rispetto di tutto e tutti, stropicciati e consumati. La biblioteca non può essere un buon habitat per i reperti storici. Una biblioteca meno è legata alla storicità, più il suo ruolo sarà importante all’interno della società.

Coffee and cigarettes in biblioteca.
Tutto ciò che attiene alla cultura non deve essere relegato in qualche momento sporadico delle nostre giornate, ma deve essere lo sfondo della nostra quotidianità. Per questo motivo le biblioteche devono diventare dei luoghi di socializzazione, dei posti dove ogni persona può recarsi per incontrare amici, colleghi, per bere un caffè o una birra o, perché no, per conoscere nuova gente. La cultura deve far parte della nostra vita e non deve essere un altarino verso il quale recarci solo quando possiamo o vogliamo. Un bar in una biblioteca non è assolutamente un’idea da scartare. Il rigore del silenzio deve fare spazio all’autodisciplina. Ogni biblioteca deve essere ripulita di ogni idea di mistero e di sacralità: questo non fa altro che allontanare le persone dalla cultura. Prediligiamo strutture moderne, possibilmente rivestite in vetro in modo che l’interno sia svelato ai più senza sperare che un giorno o l’altro trovino il coraggio di addentrarsi in oscuri palazzi. Del resto molte biblioteche (come la nazionale di Amsterdam o le Idea Store nelle periferie di Londra - http://www.ideastore.co.uk/ -) hanno già voltato pagina.

Concludo con la prima legge della biblioteconomia: “I libri sono per l’uso. Devono essere usati per il pensiero in essi contenuto. Le autorità bibliotecarie […] dovrebbero distruggere in germe anche la più leggera intromissione dello spirito di burocrazia in ogni questione connessa con l’uso della biblioteca”.
La biblioteca deve diventare uno dei teatri in cui deve svolgersi la vita di ogni giorno. Solo in questa maniera potremmo dare ad essa un ruolo socialmente attivo. Questo perché solo un ruolo socialmente attivo può rendere tutto il mondo culturale più forte dei poteri e delle classi politiche degenerate.   

Commenti

  1. Bel pezzo Già.

    Un solo passaggio non mi è chiaro. Se l'ho ben capito allora mi trovo in disaccordo. Cito:
    "La biblioteca non può essere un buon habitat per i reperti storici. Una biblioteca meno è legata alla storicità, più il suo ruolo sarà importante all’interno della società."

    Credo che i reperti storici vadano tutelati, quindi come dici tu conservati in teche e musei. Ma il loro contenuto deve essere reso pubblico. Come? Basta digitalizzarli. Oggi molte biblioteche lo fanno. Mentre per la seconda frase vorrei aggiungere questo aspetto.
    La storia è così importante che oggi i "vincitori" e i "poteri" la distorcono continuamente e/o ce la nascondono. Essa identifica, crea una personalità, una anima, un tutt'uno con se stessi e la società alla quale si riferisce. Pertanto credo che togliere dagli scaffali lo storico non sia una scelta felice.

    Il caffè letterario sai che è un progetto che mi piacerebbe veder realizzato a Corato, ne abbiamo parlato più volte. Spero un giorno si possa realizzare e tu ne ricopra un ruolo importante in questo progetto.

    Aspetto altri tuoi scritti. Buone cose!
    Ciao
    Vincenzo Bruno

    RispondiElimina
  2. Ciao Vince', condivido. Ogni contenuto deve essere consultabile. Ottima l'idea della digitalizzazione. Infatti quando dico di eliminare lo storico dagli scaffali, non intendo le opere, questo no. Intendo il reperto in sé (che per il suo bene andrebbe riposto in un luogo più favorevole alla sua conservazione). La cinquecentina per esempio. Ma il contenuto di quella cinquecentina deve essere sempre frubile attraverso una edizione moderna, o una digitalizzazione. Anche perchè in questo modo la fruibilità del testo ne sarebbe favorita. Se invece lasciassimo la cinquecentina lì, ad ammuffire magari, nessuno andrebbe mai a leggerla (oltre al fatto che i bibliotecari, giustamente, farebbero storie nell'esibirla a chiunque...).
    Grazie vinc.
    A disposizione di tutti per altri chiarimenti.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il Fascino di una Villa Antica e l'incanto che ne rimane (a seguire racconto: "Domenica Sportiva")

Il Calamaro gigante di Fabio Genovesi

Viaggio a Parigi: tra fantastico, gotico e bolge heavy metal