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Visualizzazione dei post con l'etichetta Satyrandroide

Giove: tra immagini spettacoli e fantasie fantascientifiche

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Giove sembra una tavolozza impazzita, un intruglio di colori. Per via della sua atmosfera gassosa, dell'inesistenza di una superficie, delle sue impetuose tempesta (l'occhio rosso corrisponde ad una tempesta in atto da 500 anni) e di altre condizioni è forse il pianeta del sistema solare più inospitale che ci sia (alcuni lo ritengono una stella in fase di raffreddamento). Tuttavia proprio per questo l'ho ritenuto molto interessante da un punto di vista narrativo.  In Satyrandroide è presente un'importante colonia gioviana che ha trovato un modo singolare per vivere nella sua atmosfera e usufruire così dei suoi ricchissimi giacimenti di gas, fonte di energia preziosa. I "gioviani" infatti vivono in gigantesche "ampolle di vetro", isolati quindi dalle condizioni proibitive del pianeta. Tuttavia la vita in queste ampolle può essere mentalmente insostenibile, ma proprio per questo il paesaggio, nonché la realtà circostante, può essere continuamente ridis...

Craco e Tursi: due mondi in contatto

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Voglio qui accennarvi di due città lucane che ho avuto il piacere di visitare più volte e che sono presenti, seppur in brevi tratti, nel romanzo Satyrandroide.  Craco, oggi città fantasma e meraviglia paesaggistica, é un borgo che ha origini normanne. Basta vedere la torre che svetta in cima, squadrata, per rendersi conto della sua vocazione "militaresca". foto del 2019 A circa 20 km da lì sorge su una collina un altro paese: Tursi. Questa invece ha origini saracene e a testimoniarlo c'è il quartiere antico chiamato non a caso Rabattana. Anche qui ci sono fantastici scorci.  La cosa che mi ha sempre affascinato è l'idea che due popoli così diversi, normanni e saraceni, spesso divisi e in contrasto, qui si dividevano una piccola fetta dell'attuale Basilicata stando l'uno di fronte all'altro e spesso, inevitabilmente, condividendo gli stessi sentieri, gli stessi passi, gli stessi boschi e gli stessi corsi d'acqua. Per tutto il Medioevo il meridione d...

CHI SONO. PUBBLICAZIONI DI RACCONTI E ROMANZI, ESPERIENZE EDITORIALI E ARTISTICHE

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In uscita il 30 maggio 2025:  Magma Vendetta e Castigo Dalle Viscere del Campi Flegrei E' alquanto strano che uno scrittore non trovi facilmente una risposta ad una domanda che gli viene posta spesso: " Cosa scrivi? " Ma una risposta bisogna pur darla, del resto è compito di uno scrittore creare quell'incanto, quel sortilegio, capace di catturare il lettore e tenerlo in ostaggio fino all'ultima pagina.  Dunque, invento storie e immagini che prendono forma in quella linea d'ombra tra il reale e l'immaginario, tra la verità e la menzogna, tra il razionale e l'irrazionale. Perché è proprio in quel confine oscuro è possibile rappresentare  i contrasti e i traumi di luoghi e società celati sotto mentite spoglie. Tutto ciò che è intorno a noi, o addirittura dentro di noi, tende facilmente a sfuggire ai cinque sensi. Tuttavia c'è un sesto senso con cui è possibile rivelarlo e questo è l'immaginazione. Sin dai primi racconti tessuti dall'uomo, solo...

Bibart: Satyrandroide a La Vallisa (con Miguel Gomez, Franco Ferrante e Angela Piazza)

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Una presentazione che inizia forse come tante altre, un dialogo sui vari temi del romanzo. Poi la scena è squarciata e il protagonista del romanzo irrompe nella serata...  Ci siamo divertiti a decostruire l'idea stessa di presentazione di un libro, a farne una perfomance sospesa in cui gli stessi personaggi irrompono nella scena, rubandola di fatto all'autore e al suo interlocutore.  Come ho sempre detto il lettore è pura linfa vitale per ogni libro, senza di esso un libro è solo carta imbrattata. Per questo ringrazio Miguel Gomez : tutto è partito dal suo entusiasmo e dalla sua emozione da lettore. Ascoltare le sue impressioni su Satyrandroide è stato per me una grande soddisfazione nonché un secondo viaggio letterario (tuttora in essere).  Ringrazio Franco Ferrante che con la sua "inaspettata" veemenza teatrale ha squarciato la scena e insieme impersonato il mio caro Ulisse. E' stata una grande emozione condividere con lui questa esperienza. Resto tuttavia ...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 25: La Fine del "Dietro le Quinte"

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Siamo giunti alla fine di questo “Dietro le Quinte” di Satyrandroide , un percorso di venticinque tappe (come il numero di capitoli), che ha proposto venticinque elementi che potrebbero averne ispirato e influenzato la scrittura. Si, usiamo il condizione perché questo, infondo, è stato solo un gioco fatto di citazioni, riflessioni e percorsi. Nessuno saprà mai cosa abbia davvero determinato la creazione di un’opera: le variabili sono tante e imprevedibili e per loro natura sfuggono anche al critico più attento o all’autore più consapevole.  Tuttavia su una cosa si può essere sicuri: tutto quello che facciamo è frutto di un processo combinatorio. Come diceva Pietro Citati nel bellissimo saggio sui miti omerici “La Mente Colorata” : la creazione spetta agli dei e ha facoltà di generare tutto dal nulla; la creatività né è solo un suo pallido riflesso e si basa su un processo combinatorio di elementi di cui l’uomo è già in possesso.  Tante sono le cose che avrei potuto...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 24: I Girasoli

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C’è un film di Vittorio De Sica che rispetto a tanti altri è passato immeritatamente in sordina. “I Girasoli” è, a mio avviso, uno dei suoi più grandi capolavori. Credo che questo film sia tra i pochi che siano più riusciti a raccontare la guerra non solo per quello che è ma soprattutto per come essa determini la vita e la sensibilità delle persone. Tra le tante scene memorabili ne voglio ricordare una.  Siamo alla fine della disastrosa campagna russa italiana, le armate italiane si stanno ritirando e il freddo, il vero nemico, divora lentamente forze fisiche e mentali. L’avanzata disordinata e lenta, dominata da una tacita disperazione, ricorda le marce stanche di “Sergente sulla Neve” di Stern e non escluderei che De Sica ne abbia tratto ispirazione. Mastroianni (in una delle sue interpretazioni più sublimi) e il suo amico scorgono ad un tratto una baita e con le poche forze rimanenti vi si precipitano. Il loro è un passo nervoso e spericolato per via della neve che in...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamio. 23: America.

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“America” di Kafka è tra i romanzi che forse mi hanno più rapito.  Ogni volta che mi tuffavo tra le sue pagine ero “vittima” di un rapimento totale, una condizione di semi estasi in cui talvolta mi sembrava di seguire le vicende di Karl Rossman come se gli fossi accanto, o mi ritrovassi da solo con lui in una stanza. O subissi in prima persone le sue stesse angherie.  Fu una esperienza di lettura forte, totalizzante, in cui il piacere di essere immerso a pieno in un libro contrastava con la sensazione del protagonista (e quindi del lettore) di pericolo incombente e di spaesamento in un mondo troppo grande.  Ecco, credo che una delle cose che mi siano rimaste impresse di “America” è proprio questo: l’essere mandati allo sbaraglio (come già fa intendere il bellissimo e folgorante incipit) e il barcamenarsi in quel mondo nuovo, stracolmo tuttavia di violenza, di minacce che fioccano in ogni dove, di ostilità dilaganti. Karl Rossman è a suo modo un personagg...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 22: Frankenstein di Mary Shelley

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Non mi piace parlare di “generi”.  Quando mi capita di parlare di un libro cerco sempre di esprimere qualcosa relativo alla mia esperienza di lettura, fuggendo qualsiasi classificazione. Quando ho iniziato a scrivere Satyrandroide non avevo idea di cosa ne sarebbe venuto fuori. Si, avevo delle idee in cui reale e “irreale” si mischiavano ma di certo non avevo intenzione di entrare nella cerchia di autori di Fantascienza, o di essere inserito in un ipotetico elenco in quanto tale. Se la mia cultura personale è intrisa di libri e film di “fantascienza”, nel momento in cui scrivo resetto ogni influenza in maniera tale da trattare ogni invenzione letteraria e poetica come un elemento intrinseco alla natura dei personaggi, dei mondi e delle vicende che sto raccontando e non relativo ad una precisa sfera culturale. Per tanto, anziché di genere preferisco parlare di percorsi letterari. Prendendo il caso della cosiddetta “Fantascienza”, credo che tutte le storie riconducibili a q...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 21: Dylan Dog

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In occasione del trentennale di Dylan Dog scrissi per la pagina Combinazione Casuale, del mio amico Francesco, un pezzo che raccontava il mio incontro col fumetto bonelliano . Partendo dalla dimensione più personale mi spingevo in una divagazione sull’indagatore dell’incubo e sul suo enigmatico mondo. Fu un tributo personale e insieme un atto filologico, nel senso proprio dell’amore per la parola, verso quel fumetto. Ho vissuto parte della mia adolescenza tra le sue pagine, ho iniziato ad inventare storie ispirandomi al suo mondo (ho più volte detto che iniziai dapprima a disegnare fumetti per poi affidarmi al solo potere evocativo della parola). I miei primi racconti erano in qualche modo debitori dei suoi mostri e dalla sua poetica e seppure da quei primi racconti siano ormai passati oltre vent’anni, qualcosa di indelebile continua ad influenzare il processo di scrittura. Credo.   Oggi non leggo più fumetti in quanto trovo difficoltà ad abbinare in un’unica dime...

SATYRANDROIDE - Tra la Penna e il Calamaio. 19: Matera

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Lungo questo backstage letterario ho dedicato diversi post alla Basilicata, anche se non è l’unica regione in cui si svolgono le vicende del romanzo. E proprio con la Basilicata voglio chiudere l’ultimo intervento riguardante un luogo (e uno degli ultimi in generale, visto che ne saranno venticinque, esattamente come i capitoli del libro): Matera.  Di Matera se ne parla tanto in questi giorni ed io per primo ne avrò parlato spesso, qui o in altri contesti. Per questo motivo, a differenza di tutti gli altri post, vorrei solo proporre un breve estratto del romanzo, uno di quelli che ho letto durante le presentazioni.  Quello che vediamo nel mondo che ci è attorno è in qualche modo frutto anche di quello che siamo. Forse, chissà, fu proprio questa riflessione a ispirarmi e a indurmi a sceglierla tra i tanti luoghi del romanzo: non solo una città ma un'espressione di un'evoluzione naturale contrapposta a qualcosa di artificiale che cerca la propria "natura...

SATYRANDROIDE. Tra la Penna e il Calamaio. 18: Satellites and Astronauts

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Gli In Flames sono tra le band che più ho ascoltato negli ultimi anni e nel periodo della stesura di Satyrandroide . Potrei citare diversi loro pezzi ma tra i tanti ho preferito “Satellites and Astronauts”. E’ un pezzo in cui giri intimistici di chitarra si alternano a esplosioni granitiche, come a dare un suono alla conflittualità tra un dentro e un fuori, tra il mondo che custodiamo e quello in cui abitiamo. Anche la voce di Andreas Friden, a volte placida altre volte ringhiante, ci restituisce proprio l’esperienza di un uomo, alla deriva nello spazio profondo, fluttuante tra momenti di riflessione profonda e sgomento per l’infinto che gli si apre intorno.  Forse proprio per questa sua dualità mi capitava di immaginare il protagonista seduto sul bordo del finestrone dell’astronave a fissare lo spazio, quell’indicibile mistero che alla vista non offre altro appiglio che la stessa moltitudine di stelle. Seppure il romanzo sia ambientato in gran parte nel Mezzogiorno d’...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 17: Notre Dame de Paris

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Sono un lettore onnivoro ma se penso ai titoli che più mi hanno scolpito come persona, lettore e scrittore, mi vengono in mente opere che narrano storie di ampio respiro, opere che a prescindere dal periodo in cui sono state scritte sono legate ad un’idea classica e corposa di romanzo.  Alcuni ne avrò menzionati più volte, ma su uno vorrei dedicare qualche parola in più, in quanto è stato tra i massimi punti di riferimento nel cucire la struttura narrativa di Satyrandroide: sto parlando di Notre Dame de Paris di Victor Hugo. Notre Dame de Paris è una storia fatta di tante storie, ciascuna fornita di un suo incipit interno, incastonato abilmente nell’intreccio narrativo. E’ un romanzo che conta tanti personaggi, forse alcuni più presenti di altri ma tutti ricchi di un proprio passato, di un proprio bagaglio di paure e ambizioni e quindi di un proprio destino. Ma soprattutto è un romanzo in cui i molteplici intrecci, e le argute divagazioni, sono magistralmente gestite con...

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 16: Selbstportrait mit Kater

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Nella potenziale colonna sonora del romanzo, o in quella serie di canzoni che mi hanno accompagnato nella stesura, vi è un pezzo fatto di rumori metallici che pian piano si evolvono, si espandono, fondendosi l’uno dentro l’altro fino a diventare musica. I fragori, di carattere siderurgico, si spogliano della loro spigolosità per ammorbidirsi fino ad assumere la forma sonora di rotondità armoniche. In altre parole ascoltare “Selbstportrait mit Kater” degli Einstürzende Neubauten è come assistere ad un processo in cui il metallo si fa vita. Non ricordo quando precisamente ho iniziato a pensare ad una storia di androidi umanizzati, ma di fatto questo pezzo l'ho ascoltato centinaia di volte prima e durante la stesura. Nel film che scorreva nella mia mente durante la scrittura ritornava spesso la parte finale, quella in cui il metallo fattosi puro rock accompagna la voce teatrale e graffiante di Blixa Bargeld: “Life on other planets is difficult, so difficult!”. E più l’ascoltavo p...

SATYRANDROIDE, Tra la penna e il Calamaio. 15: Agglutination

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Su una delle colline che si ergono nel cuore del Sud Italia sorge un paesino arroccato che da una parte domina la pianura, dall’altra guarda le vette del Pollino. E’ fatto di palazzine quasi appiccicate l’una all’altra, di viuzze che si insinuano tra di essi e appena fuori diventano tornanti panoramici, di gente semplice. Insomma, è un bel posto di montagna, tutto qui. A parte il fatto che per un giorno all’anno, nella seconda metà di agosto, diventa covo di rocker e metalheads. Chiaromonte è la sede dell’ormai storico metal festival Agglutination che molti anni porta, proprio nel sud Italia, grandi nomi del metal internazionale. Qui ho visto i leggendari Virgin Steel, gli irruenti Destruction, i diabolici Theatre des vampires e tanti altri.  Da un certo punto di vista l’atmosfera è singolare. I paesani assistono con una certa curiosità a questo via vai di gente rigorosamente in nero, borchiata fino ai denti e capellona. Tuttavia, nonostante le apparenze, la situazione è...