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Visualizzazione dei post con l'etichetta Letteratura

Macchina Come me di Ian Mc Ewan

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McEwan è un virtuoso delle relazioni sentimentali: scava a fondo intrecciando storie, sogni, traumi e dettagli con una raffinata e placida architettura. Questa volta però ci racconta una storia che per usare un termine inflazionato diremmo distopica. Anni Ottanta. Turing è vivo ed è riuscito a portare l'intelligenza artificiale molto più in là, il Regno Unito ha perso le Falkland cadendo in una grave crisi economica e la relazione sentimentale tra i due protagonisti deve fare i conti con gli effetti derivanti da un protipo di androide che, un po' maggiordomo, un po' guardia del corpo, va di fatti ben oltre la sua "funzione" di macchina.  "Macchina come Me" uscì nello stesso periodo del mio "Satyrandroide" , inizio 2019, e anche per questo ero curioso di scoprire come uno dei più grandi scrittori viventi (almeno secondo me) avesse affrontato l'argomento.  L'essere umano é un essere fatto di contraddizioni, di antitesi che consce o inco...

Cos'è "L'ombra del Vento"?

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E' uno di quei libri che vorresti non finissero mai e quando finisci di leggerlo ne rimani un po' orfano. I personaggi, il modo di raccontare, i luoghi resi così magici ed evocativi, la prosa così viva e pulsante, tutto è parte di un mondo in cui non vedi l'ora di tuffarti, un labirinto di storie in cui ami perderti. Ma un libro non è infinito, prima o poi la fatidica ultima pagina arriva. Ma proprio quando l'hai chiuso ti accorgi che infinito è il lascito magico ora presente in te.  L'ombra del vento è un romanzo scritto da un narratore, da uno che sente la narrazione come pulsazione sanguigna, come preghiera religiosa e pagana. Qui la narrazione è la tessitura di un mistero che come un'armatura deve difendere ciò che c'è di più delicato e allo stesso tempo potente al mondo, di ciò che ci rende eroi e dannati...  E', la storia di un libro, di un lettore e di una scrittura. E di tutto insieme perché la scrittura, come la lettura, è pura vita. Zafon ci pr...

Storie dal e sul Rione Sanità

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La scrittura di un nuovo romanzo è un percorso esperienziale, un viaggio che fai fisicamente e mentalmente, una prospettiva che ti influenza, ti plagia e ti porta a scoprire nuovi aspetti del mondo che ti circonda e nuovi angoli della tua personalità. E' quindi inevitabile che i temi del tuo romanzo, gli "oggetti" di studio, influenzino le tue letture. E così, esplorando la nuova libreria del Mat, Un Panda sulla Luna, sono stato catturato da questo libro dalla veste sobria ed elegante: " Santa Sanità " di Diana Lama , da San Gennaro Edizioni (una casa editrice dal cuore di Sanità) Il rione Sanità , il Cimitero delle Fontanelle, le catacombe: elementi, insieme a tanti altri, al centro del mio romanzo. Di conseguenza non potevo non divorarmi questo breve racconto. Con uno stile secco, diretto, ma che riesce straordinariamente evocativo, Diana Lama catapulta il lettore nell'universo di Sanità, in quel limbo in cui la difficile realtà (oggi sempre più in riscat...

Il Calamaro gigante di Fabio Genovesi

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" Il Calamaro Gigante " è una una tessitura di immagini meravigliose e di storie incredibili scritte sulla base di uno sguardo in parte introspettivo e autobiografico.  Nel suo insieme un mosaico che inneggia alla vita, alla curiosità, all'esplorazione. Detto questo però devo fare una precisazione: non amo i testi filosofici mascherati da narrativa, né quelli con pretese educative, in quanto credo che la letteratura sia la rappresentazione di un punto di vista sul mondo unico e irripetibile e per certi versi puro e senza missioni. E' un viaggio genuino, folle, sregolato, e quanto più volete, tra parole, storie ed immagini legate da una poetica intrinseca. Insomma, qualcosa quanto più distante da un'idea di compendio.  Ecco qui Fabio Genovesi riesce ad infondere meraviglia e magia senza sforare in altro. È la storia del calamaro gigante, di mille storie che ruotano attorno ad essa tra mito, documenti e avvistamenti, della magia con cui noi, umani nonché ultimi ar...

Un viaggio chiamato "Le Porte dell'Oceano"

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Uno di quei libri in cui dopo solo due righe ti ritrovi in mondi lontani, esotici, impossibili ma descritti con tanta cura da farteli sembrare reali. "Le Porte dell'Oceano" è forse tra i romanzi che più, finora, mi ha trasmesso quell'ingenuo e incantato "sense of wonder" che la fantascienza degli anni 50-60 ricercava a colpi di grandi invenzioni fantasiose. Un naufrago, salvato dai delfini e trasportato in un'isola lontana dove alcuni uomini, dalla storia oscura, studiano il loro linguaggio. Un'avventura a cavallo di quel dilemma umano che lo porta ad interferire nelle cose della natura, nonché nella catena alimentare. Fino a che punto l'uomo può condizionare la Natura a proprio vantaggio? Un classico ripescato dall'età dell'oro della fantascienza, forte di una narrazione dalla sensibilità puramente letteraria. Una di quelle letture piacevoli che devono capitare almeno una volta nel corso dell'anno.

Su "Le Ombre di Morjegrad" (Premio Urania 2018)

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Le ombre di Morjegrad è un mosaico sepolto sotto metri di terra che il lettore scopre pagina dopo pagina, rimbalzando tra un personaggio e l'altro, tra una voce e l'altra, rimanendone sempre più intrappolato. Le vicende del romanzo sono per lo più ambientate nei bassifondi sociali (e non solo) della città, dove si annidano ingiustizie o violenze e affondano i pilastri del potere. Non è un caso infatti che la Morjegrad oscura e sotterranea si riveli agli occhi del lettore uno specchio capovolto, un'enigmatica gemella di quella parte della città che si erge fino all'acropoli. E' dunque un romanzo di paralleli: di storie, di registri e personaggi che seppur ostili e contradditori si rivelano l'uno indispensabile all'altro, uno specchio, appunto, dell'opposto. Uno dei parallelismi singolari del romanzo è il doppio registro narrativo con cui ogni vicenda viene raccontata, passando dall'io narrante alla terza persona. A voler cercare una geometria...

Qualche parola su "La Pelle" di Curzio Malaparte

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“La Pelle” di Curzio Malaparte è uno dei romanzi più pieni, eleganti e pregni di umanità che abbia mai letto. E’ uno di quelli che ti entra nelle pelle, scusatemi il gioco di parole, ti incanta e in qualche modo ti plagia come le parole di un Tiresia moderno. Parlarne non è cosa facile come non è facile dire perché ti sia piaciuto così tanto: ogni capitolo, paragrafo e frase conserva un mondo, una storia, un punto di vista non solo sulla guerra, o su Napoli, bensì sull’intera umanità e sulla sua eroica tragicità. “La Pelle” racconta di un “viaggio” nella Napoli, nel periodo compreso tra le Quattro Giornate e la battaglia a Monte Cassino, divenuta ormai un inferno di anime dannate in cui gloria e miseria, coraggio e pietà, vita e morte si incontrano e si fondono in ogni angolo. E’ un viaggio condotto dallo stesso autore, nonché protagonista, tramite una sublime prosa, potente ed evocatrice, capace rappresentare in un solo colpo le cose e la loro anima. La sua prosa è un prodigi...

Sergente nella Neve: l'episodio del militare italiano che fu ospite dei soldati russi

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Chi ha letto "Il Sergente nella Neve" di Mario Rigoni Stern, ha a mente l'episodio dell'incontro con i soldati russi. Narrato con un linguaggio spoglio ma diretto, capace di evocare in maniera nitida ogni immagine, suono e dettaglio, rappresenta un momento di grande poesia. E' una di quelle storie che raccontano di un'umanità latente nonostante la disumanizzazione che avvolge il mondo dei personaggi, un po' come una pianta che cresce facendosi spazio tra le fessure del cemento. O un fiore che spunta nella neve. Ma Rigoni Stern non è solo un reduce che ha deciso di esorcizzare, con la penna, la sua devastante esperienza della campagna militare russa. Quando decide di scrivere è anche, forse senza che lo sapesse ancora, un grande pensatore, poeta, scrittore. La riflessione che deriva dal racconto di quell'episodio è altrettanto incantevole.  In questo periodo di confini, di flussi migratori e timore di stranieri e diversi, mi piace condividere quest...

Doppio incanto natalizio: da Londra a Napoli

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Il 25 dicembre è sempre stata una data importante per l'umanità, almeno da questa parte dell'esmisfero, e pertanto che sia giorno della luce, Sol Invictus o Natale, ci riguarda un po' tutti. Quest'anno la sua attesa, se così posso chiamarla, l'ho accompagnata senza volerlo con due capolavori: un libro e un film. Il libro è un classico che volevo leggere da tanto tempo: "Canto di Natale" di Dickens. Un libro di cui si, tutti conosciamo la storia, ma che in verità la cui grandezza non immaginiamo minimamente fino a quando non iniziamo a leggerlo. Quello che stupisce è proprio lo stile e il modo con cui Dickens restituisce l'atmosfera natalizia nelle strade di una Londra ottocentesca. L'inverno, il buio e il fuoco, onnipresente, come un simbolo residuo di quella sacra lucentezza che gli uomini celebrano forse dall'alba dei tempi. E poi l'euforia, il candore domestico, le scene di quella quotidianità anomala, i colori, tutto descritto ...

"A cosa serve questo pulsante": un'esaltazione del confronto diretto con le cose, del contatto e dell'errore come crescita personale

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"A cosa serve questo pulsante" è un libro scritto senza fronzoli e senza un ghostwriter. Direi scritto quasi di pugno. Del resto non c'era tanto da ricamarci su dato che il soggetto era già di per sé forte: da ragazzo cresciuto nella Londra degli anni Settanta a cantante di una delle rockband più originali della storia, pilota di aerei linea, schermidore.  E qui sta uno uno dei motivi per cui ho deciso di leggerla: la dinamicità del personaggio, forte nell'esplorare vari mondi e nel rimbalzare tra di essi senza mai uscirne a mani vuote. La curiosità e il desiderio di non rimanere fermo nel proprio ambito fanno di Bruce un eroe moderno, contrapposto alle tendenze alla settorializzazione del nostro tempo. Dickinson è oggi una rockstar tacitamente alternativa. Come del resto lo sono stati gli Iron Maiden i quali, durante i loro ormai 40 anni di carriera, hanno fatto parlare poco e niente di loro al di là dei discorsi propriame...

Pensieri di un Povero Caronte (Racconto)

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"Pensieri di un Povero Caronte" è un racconto scritto nel 2008 e pubblicato per la prima volta nel 2009 sul numero 17 della Rivista "Toilet" .  E' stato il mio esordio editoriale, a livello nazionale, e ancora oggi lo considero tra le mie cose più riuscite. Oggi lo propongo per la prima volta sul mio blog.    Mario sedeva sul cofano della Panda incurante delle urla che provenivano dalla villetta. Con lo sguardo perso nel cielo tra le lingue di fuoco fumava una sigaretta. La stringeva tra l’indice e il medio in una mano tutta tesa. Non fumava da quando suo padre, tanti anni prima, l’aveva beccato con una sigaretta. L’aveva spedito all’ospedale dove gli avevano piazzato sette punti sulla fronte. Dal tempo dei sette punti fino a qualche ora prima aveva stretto di tutto tra i denti: tappi di penne, rametti di aiuole, stecche da ghiacciolo, chiavi, matite consumate e quant’altro di corto e cilindrico gli era capitato tra le mani. Poi quel pomeriggio Mimì ...

Nina dei Lupi - commento da amazon

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Nina dei Lupi è il racconto di un mondo collassato e di un ritorno della società alla natura, con tutto il bagaglio esperienziale e culturale che ne segue. La caccia, la lotta per il territorio, si mescolano ad un certo misticismo della natura. Il tutto raccontato attraverso la vicenda di una comunità di montagna, e in particolare di una ragazzina che cresce e si "trasforma" a cavallo tra i due ordini. Bertante racconta della magia, dell'epica, del mistero e del coraggio che ritornano prepotentemente tra gli uomini, in un mondo in cui la natura ha dimostrato per l'ennesima volta la sua sovranità. Tutto con uno stile secco, quasi cinematografico, che pur peccando di didascalismo, riesce comunque a tenere alto il ritmo della narrazione e a trascinare il lettore in questo vecchio / nuovo mondo. Bertante è coraggioso nel proporre un libro del tutto lontano dai temi esistenziali e filologici della letteratura italiana contemporanea. Ha delle ottime idee, buone intuizi...

"Uomo nel buio"

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Recensione scritta per il Laboratorio di Lettura Creativa su Lo Stradone. Pensando al tema “L ’io diviso: l’altra faccia dello specchio” il primo titolo che mi è venuto in mente è “Uomo nel buio” di Paul Auster (Einaudi 2010). Si tratta di un romanzo sull’America post Bush, ovvero su quell’America che risvegliandosi da un lungo incubo si decide a guardarsi allo specchio è capire cosa è diventata, nel bene e nel male. Paul Auster appartiene a quella razza di scrittori che ama raccontare storie. Il loro stile non presenta un taglio netto, le loro trame non sono lineari e quando scrivono sembrano dei piloti che dirottano il proprio aereo ad ogni occasione. Usano sovrapporre mondi, e quindi storie, come a costruire un intreccio labirintico che si scioglierà solo alla fine. Ecco, “Uomo nel buio” è forse uno dei romanzi più rappresentativi di questa scuola. L’epicentro del romanzo è una casa, una grande casa. Uno dei suoi abitanti è August Brill, anziano letterato che ...

Atlatidezine - Propositi per il nuovo anno

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Vi segnalo questa nuova uscita in cui è presente il mio racconto: La guerra in testa.  Si tratta di una racconta in cui sono presenti racconti (e una poesia) di vari autori, edita dalla rivista on line Atlantidezine : "Propositi per il nuovo anno".  Scarica gratuitamente

“L’Italia chiamò”: la denuncia dei soldati sull’uranio impoverito.

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L’Italia chiamò L'uranio impoverito: i soldati denunciano di Leonardo Brogioni, Angelo Miotto, Matteo Scanni Edizioni Ambiente Libro + dvd € 16,90 18 agosto 1996. Bosnia-Erzegovina. A pochi chilometri da Sarajevo. Un contingente italiano fa brillare un arsenale illegale. Un’esplosione, il fungo di fumo che si leva verso l’alto e la conseguente pioggia di detriti che ricopre i soldati, riparati a qualche decina di metri più in là. Nessuno di quei soldati sa che gli è appena piombata addosso una pioggia di uranio impoverito.   E’ la descrizione di un video con cui inizia uno dei primi capitoli del libro. “ L’Italia chiamò ”, di Leonardo Brogioni, Angelo Miotto, Matteo Scanni, è una raccolta di testimonianze di persone che hanno provato a capire e che sono stati messi a tacere, di soldati che si sono ammalati e di genitori che tutt’oggi inseguono verità e giustizia. Ma è anche un’inchiesta in cui una vicenda tira l’altra poiché laddove i governi cens...

Fuori Tutto

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“Won’t you come into my room i wanna show you all my wares”. Così cantavano gli Iron Maiden nel loro primo omonimo fantastico album. Nei miei primi 29 anni di vita gli Iron Maiden sono stati più volte una colonna sonora. Number of the beast, Piece of Mind, Powerslave, sono tutti lì, appena entrate in camera, sopra la libreria a sinistra. Non è dunque un caso che li usi per aprire questo post. Parlare della propria camera è parlare di sé, interrogare i vari oggetti e spremerli come delle spugne fino a far sputare il magma di cui sono intrisi. E’ quello che è accade in Fuori Tutto ( http://www.ibs.it/code/9788806141660/antonelli-carlo/fuori-tutti.html ). E’ un libro datato ma molto divertente da leggere e da vedere. Senza avere la presunzione di fare sondaggi, scattare ritratti di una generazione, o condurre assurde indagini statistiche, gli autori si sono intrufolati nelle camere di una ventina di ragazzi scelti a caso, tra i 16 e i 30 anni. Nulla di prosaico. Si tratta di estra...