Un viaggio chiamato "Le Porte dell'Oceano"

Uno di quei libri in cui dopo solo due righe ti ritrovi in mondi lontani, esotici, impossibili ma descritti con tanta cura da farteli sembrare reali.

"Le Porte dell'Oceano" è forse tra i romanzi che più, finora, mi ha trasmesso quell'ingenuo e incantato "sense of wonder" che la fantascienza degli anni 50-60 ricercava a colpi di grandi invenzioni fantasiose.


Un naufrago, salvato dai delfini e trasportato in un'isola lontana dove alcuni uomini, dalla storia oscura, studiano il loro linguaggio. Un'avventura a cavallo di quel dilemma umano che lo porta ad interferire nelle cose della natura, nonché nella catena alimentare. Fino a che punto l'uomo può condizionare la Natura a proprio vantaggio?

Un classico ripescato dall'età dell'oro della fantascienza, forte di una narrazione dalla sensibilità puramente letteraria.

Una di quelle letture piacevoli che devono capitare almeno una volta nel corso dell'anno.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Calamaro gigante di Fabio Genovesi

Il Fascino di una Villa Antica e l'incanto che ne rimane (a seguire racconto: "Domenica Sportiva")

Viaggio a Parigi: tra fantastico, gotico e bolge heavy metal