Post

Visualizzazione dei post da 2019

Qualche parola su "La Pelle" di Curzio Malaparte

Immagine
“La Pelle” di Curzio Malaparte è uno dei romanzi più pieni, eleganti e pregni di umanità che abbia mai letto. E’ uno di quelli che ti entra nelle pelle, scusatemi il gioco di parole, ti incanta e in qualche modo ti plagia come le parole di un Tiresia moderno. Parlarne non è cosa facile come non è facile dire perché ti sia piaciuto così tanto: ogni capitolo, paragrafo e frase conserva un mondo, una storia, un punto di vista non solo sulla guerra, o su Napoli, bensì sull’intera umanità e sulla sua eroica tragicità. “La Pelle” racconta di un “viaggio” nella Napoli, nel periodo compreso tra le Quattro Giornate e la battaglia a Monte Cassino, divenuta ormai un inferno di anime dannate in cui gloria e miseria, coraggio e pietà, vita e morte si incontrano e si fondono in ogni angolo. E’ un viaggio condotto dallo stesso autore, nonché protagonista, tramite una sublime prosa, potente ed evocatrice, capace rappresentare in un solo colpo le cose e la loro anima. La sua prosa è un prodigi

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 25: La Fine del "Dietro le Quinte"

Immagine
Siamo giunti alla fine di questo “Dietro le Quinte” di Satyrandroide , un percorso di venticinque tappe (come il numero di capitoli), che ha proposto venticinque elementi che potrebbero averne ispirato e influenzato la scrittura. Si, usiamo il condizione perché questo, infondo, è stato solo un gioco fatto di citazioni, riflessioni e percorsi. Nessuno saprà mai cosa abbia davvero determinato la creazione di un’opera: le variabili sono tante e imprevedibili e per loro natura sfuggono anche al critico più attento o all’autore più consapevole.  Tuttavia su una cosa si può essere sicuri: tutto quello che facciamo è frutto di un processo combinatorio. Come diceva Pietro Citati nel bellissimo saggio sui miti omerici “La Mente Colorata” : la creazione spetta agli dei e ha facoltà di generare tutto dal nulla; la creatività né è solo un suo pallido riflesso e si basa su un processo combinatorio di elementi di cui l’uomo è già in possesso.  Tante sono le cose che avrei potuto inserire

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 24: I Girasoli

Immagine
C’è un film di Vittorio De Sica che rispetto a tanti altri è passato immeritatamente in sordina. “I Girasoli” è, a mio avviso, uno dei suoi più grandi capolavori. Credo che questo film sia tra i pochi che siano più riusciti a raccontare la guerra non solo per quello che è ma soprattutto per come essa determini la vita e la sensibilità delle persone. Tra le tante scene memorabili ne voglio ricordare una.  Siamo alla fine della disastrosa campagna russa italiana, le armate italiane si stanno ritirando e il freddo, il vero nemico, divora lentamente forze fisiche e mentali. L’avanzata disordinata e lenta, dominata da una tacita disperazione, ricorda le marce stanche di “Sergente sulla Neve” di Stern e non escluderei che De Sica ne abbia tratto ispirazione. Mastroianni (in una delle sue interpretazioni più sublimi) e il suo amico scorgono ad un tratto una baita e con le poche forze rimanenti vi si precipitano. Il loro è un passo nervoso e spericolato per via della neve che inghio

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamio. 23: America.

Immagine
“America” di Kafka è tra i romanzi che forse mi hanno più rapito.  Ogni volta che mi tuffavo tra le sue pagine ero “vittima” di un rapimento totale, una condizione di semi estasi in cui talvolta mi sembrava di seguire le vicende di Karl Rossman come se gli fossi accanto, o mi ritrovassi da solo con lui in una stanza. O subissi in prima persone le sue stesse angherie.  Fu una esperienza di lettura forte, totalizzante, in cui il piacere di essere immerso a pieno in un libro contrastava con la sensazione del protagonista (e quindi del lettore) di pericolo incombente e di spaesamento in un mondo troppo grande.  Ecco, credo che una delle cose che mi siano rimaste impresse di “America” è proprio questo: l’essere mandati allo sbaraglio (come già fa intendere il bellissimo e folgorante incipit) e il barcamenarsi in quel mondo nuovo, stracolmo tuttavia di violenza, di minacce che fioccano in ogni dove, di ostilità dilaganti. Karl Rossman è a suo modo un personaggio piccolo, de

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 22: Frankenstein di Mary Shelley

Immagine
Non mi piace parlare di “generi”.  Quando mi capita di parlare di un libro cerco sempre di esprimere qualcosa relativo alla mia esperienza di lettura, fuggendo qualsiasi classificazione. Quando ho iniziato a scrivere Satyrandroide non avevo idea di cosa ne sarebbe venuto fuori. Si, avevo delle idee in cui reale e “irreale” si mischiavano ma di certo non avevo intenzione di entrare nella cerchia di autori di Fantascienza, o di essere inserito in un ipotetico elenco in quanto tale. Se la mia cultura personale è intrisa di libri e film di “fantascienza”, nel momento in cui scrivo resetto ogni influenza in maniera tale da trattare ogni invenzione letteraria e poetica come un elemento intrinseco alla natura dei personaggi, dei mondi e delle vicende che sto raccontando e non relativo ad una precisa sfera culturale. Per tanto, anziché di genere preferisco parlare di percorsi letterari. Prendendo il caso della cosiddetta “Fantascienza”, credo che tutte le storie riconducibili a quest

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 21: Dylan Dog

Immagine
In occasione del trentennale di Dylan Dog scrissi per la pagina Combinazione Casuale, del mio amico Francesco, un pezzo che raccontava il mio incontro col fumetto bonelliano . Partendo dalla dimensione più personale mi spingevo in una divagazione sull’indagatore dell’incubo e sul suo enigmatico mondo. Fu un tributo personale e insieme un atto filologico, nel senso proprio dell’amore per la parola, verso quel fumetto. Ho vissuto parte della mia adolescenza tra le sue pagine, ho iniziato ad inventare storie ispirandomi al suo mondo (ho più volte detto che iniziai dapprima a disegnare fumetti per poi affidarmi al solo potere evocativo della parola). I miei primi racconti erano in qualche modo debitori dei suoi mostri e dalla sua poetica e seppure da quei primi racconti siano ormai passati oltre vent’anni, qualcosa di indelebile continua ad influenzare il processo di scrittura. Credo.   Oggi non leggo più fumetti in quanto trovo difficoltà ad abbinare in un’unica dimensio

Combinazione Casuale

Immagine
Negli anni 2004 - 2005 fui redattore, insieme ad altri amici e colleghi universitari, di una rivista letteraria, di facoltà, chiamata “Combinazione Casuale”. Fu un'esperienza entusiasmante, dinamica e ricca di stimoli. Ora, qualche giorno fa su Instagram mi contatta Mauro, uno degli autori che prese parte a quel progetto. Mi invia il link di un post del suo blog, in cui un anno fa raccontava proprio di quell'esperienza. Sentirlo dopo tanti anni e leggere quelle parole è stato per me molto emozionante. “La vita è fuggevole, si, ma c’è sempre qualcosa che resta”, recitava il titolo dell'Uscita numero Tre. E oggi è proprio il caso di dirlo. Ecco qui il suo ricordo di quei giorni. P.s.: anche lui, oggi, per una curiosa combinazione casuale, fa parte della scuderia Ensemble

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 20: Il Buono, il Brutto, il Cattivo

Immagine
“Il Buono, Il Brutto e il Cattivo” è uno di quei film che potremmo rivedere decine di volte senza mai abituarci: i volti scavati da estenuanti cavalcate, le frasi forgiate nello stesso metallo delle pistole, le melodie che intonano il silenzio di un deserto in fiamme e gli sguardi che in un istante sanno raccontare una vita, avranno sempre qualcosa da dirci. Ho sempre considerato il capolavoro di Sergio Leone la massima espressione di una grande stagione epica che, in qualche modo, riusciva a restituire la dannazione, la tragicità e il dualismo dei racconti omerici nel contesto selvaggio del Far West. Sui suoi personaggi Sergio Leone diceva che “I buoni possono fare cose cattive e i cattivi possono fare cose buone” . E anche se non si intravede un destino, aggiungerei, né divinità che lavorano affinché questo si manifesti, i personaggi di Sergio Leone affrontano la crudeltà del loro mondo con una sorta di sorriso beffardo, una trasmutazione involontaria di quell’eroismo con

SATYRANDROIDE - Tra la Penna e il Calamaio. 19: Matera

Immagine
Lungo questo backstage letterario ho dedicato diversi post alla Basilicata, anche se non è l’unica regione in cui si svolgono le vicende del romanzo. E proprio con la Basilicata voglio chiudere l’ultimo intervento riguardante un luogo (e uno degli ultimi in generale, visto che ne saranno venticinque, esattamente come i capitoli del libro): Matera.  Di Matera se ne parla tanto in questi giorni ed io per primo ne avrò parlato spesso, qui o in altri contesti. Per questo motivo, a differenza di tutti gli altri post, vorrei solo proporre un breve estratto del romanzo, uno di quelli che ho letto durante le presentazioni.  Quello che vediamo nel mondo che ci è attorno è in qualche modo frutto anche di quello che siamo. Forse, chissà, fu proprio questa riflessione a ispirarmi e a indurmi a sceglierla tra i tanti luoghi del romanzo: non solo una città ma un'espressione di un'evoluzione naturale contrapposta a qualcosa di artificiale che cerca la propria "natura&quo

SATYRANDROIDE. Tra la Penna e il Calamaio. 18: Satellites and Astronauts

Immagine
Gli In Flames sono tra le band che più ho ascoltato negli ultimi anni e nel periodo della stesura di Satyrandroide . Potrei citare diversi loro pezzi ma tra i tanti ho preferito “Satellites and Astronauts”. E’ un pezzo in cui giri intimistici di chitarra si alternano a esplosioni granitiche, come a dare un suono alla conflittualità tra un dentro e un fuori, tra il mondo che custodiamo e quello in cui abitiamo. Anche la voce di Andreas Friden, a volte placida altre volte ringhiante, ci restituisce proprio l’esperienza di un uomo, alla deriva nello spazio profondo, fluttuante tra momenti di riflessione profonda e sgomento per l’infinto che gli si apre intorno.  Forse proprio per questa sua dualità mi capitava di immaginare il protagonista seduto sul bordo del finestrone dell’astronave a fissare lo spazio, quell’indicibile mistero che alla vista non offre altro appiglio che la stessa moltitudine di stelle. Seppure il romanzo sia ambientato in gran parte nel Mezzogiorno d’Ital

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 17: Notre Dame de Paris

Immagine
Sono un lettore onnivoro ma se penso ai titoli che più mi hanno scolpito come persona, lettore e scrittore, mi vengono in mente opere che narrano storie di ampio respiro, opere che a prescindere dal periodo in cui sono state scritte sono legate ad un’idea classica e corposa di romanzo.  Alcuni ne avrò menzionati più volte, ma su uno vorrei dedicare qualche parola in più, in quanto è stato tra i massimi punti di riferimento nel cucire la struttura narrativa di Satyrandroide: sto parlando di Notre Dame de Paris di Victor Hugo. Notre Dame de Paris è una storia fatta di tante storie, ciascuna fornita di un suo incipit interno, incastonato abilmente nell’intreccio narrativo. E’ un romanzo che conta tanti personaggi, forse alcuni più presenti di altri ma tutti ricchi di un proprio passato, di un proprio bagaglio di paure e ambizioni e quindi di un proprio destino. Ma soprattutto è un romanzo in cui i molteplici intrecci, e le argute divagazioni, sono magistralmente gestite con la

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 16: Selbstportrait mit Kater

Immagine
Nella potenziale colonna sonora del romanzo, o in quella serie di canzoni che mi hanno accompagnato nella stesura, vi è un pezzo fatto di rumori metallici che pian piano si evolvono, si espandono, fondendosi l’uno dentro l’altro fino a diventare musica. I fragori, di carattere siderurgico, si spogliano della loro spigolosità per ammorbidirsi fino ad assumere la forma sonora di rotondità armoniche. In altre parole ascoltare “Selbstportrait mit Kater” degli Einstürzende Neubauten è come assistere ad un processo in cui il metallo si fa vita. Non ricordo quando precisamente ho iniziato a pensare ad una storia di androidi umanizzati, ma di fatto questo pezzo l'ho ascoltato centinaia di volte prima e durante la stesura. Nel film che scorreva nella mia mente durante la scrittura ritornava spesso la parte finale, quella in cui il metallo fattosi puro rock accompagna la voce teatrale e graffiante di Blixa Bargeld: “Life on other planets is difficult, so difficult!”. E più l’ascoltavo p

SATYRANDROIDE, Tra la penna e il Calamaio. 15: Agglutination

Immagine
Su una delle colline che si ergono nel cuore del Sud Italia sorge un paesino arroccato che da una parte domina la pianura, dall’altra guarda le vette del Pollino. E’ fatto di palazzine quasi appiccicate l’una all’altra, di viuzze che si insinuano tra di essi e appena fuori diventano tornanti panoramici, di gente semplice. Insomma, è un bel posto di montagna, tutto qui. A parte il fatto che per un giorno all’anno, nella seconda metà di agosto, diventa covo di rocker e metalheads. Chiaromonte è la sede dell’ormai storico metal festival Agglutination che molti anni porta, proprio nel sud Italia, grandi nomi del metal internazionale. Qui ho visto i leggendari Virgin Steel, gli irruenti Destruction, i diabolici Theatre des vampires e tanti altri.  Da un certo punto di vista l’atmosfera è singolare. I paesani assistono con una certa curiosità a questo via vai di gente rigorosamente in nero, borchiata fino ai denti e capellona. Tuttavia, nonostante le apparenze, la situazione è con

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 14: Il Ponte di Catanzaro

Immagine
Nel secondo appuntamento de “Tra la Penna e il Calamaio” vi ho raccontato di un viaggio che feci nel 2004 in Calabria, a piedi e in autostop. E proprio a quel viaggio ritorno in questo post.  Eravamo partiti all’avventura, senza informarci più di tanto e questo conferiva al viaggio un senso di avventura e scoperta. Così, salendo dalla costa alla collina, scoprimmo che Catanzaro aveva un ponte. Comparve inaspettatamente tra le collina in tutta la sua imponenza, sospeso nell’aria ad un’altezza indicibile.  La vista di quel ponte ci riempì di aspettative sulla città che furono prontamente deluse appena mettemmo piede in centro. Tuttavia l’immagine di quel ponte mi rimase e con essa la sensazione di stupore all’ingresso e di inganno all’uscita. Allo stesso tempo mi rimase il ricordo di come la vivacità delle strade, la morfologia del territorio, l’espressione dei volti, cambiavano dalla costa alla collina, come se in verità quel mastodontico ponte segnasse l’ingresso in un luog

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio: 13. L'arte di Jakub Rozalski

Immagine
Jakub Rozalski è un illustratore, o meglio un visionario. Le sue tavole sono come delle finestre, degli scorci, attraverso i quali l’osservatore può spiare un mondo pseudo fantastico. Si “pseudo” perché quello di Rozalski è un mondo non proprio fantastico ma una rappresentazione che deriva da un doppio sguardo.  Nelle sue tavole vi è un mondo belligerante, o una quotidianità rustica, quasi sempre ascrivibili a contesti che spaziano tra la prima rivoluzione industriale e la seconda guerra mondiale. Su questa estetica rinnovata l’artista polacco proietta presagi, incubi ed inquietudini propri di quei periodi ma che per chissà quale inganno ci risultano tremendamente familiari. Si tratta di “demoni” che prendono la forma di “robot” abnormi a vapore, presenze gigantesche offuscate nella nebbia, marchingegni squadrati e antropomorfi, animali ostili degni della più classica tradizione fiabesca ottocentesca.  Lo considero tra i disegnatori stemapunk più ispirati proprio per la sua capa

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 12: Due dei primi spettacoli visti a Teatro

Immagine
Tra i miei più bei ricordi delle scuole superiori ci sono due spettacoli, visti in due giorni consecutivi insieme alla classe, nel Teatro Kismet di Bari Il primo si intitolava “Assalto al Paradiso”, della compagnia Teatro Crest: era la storia di un gruppo di ragazzi delle periferie più disagiate, vite al limite che si intrecciavano tra dinamiche di violenza e frustrazione. Vi era in quella rappresentazione un realismo estremo forgiato non solo da interpretazioni severe ma anche dal linguaggio duro e diretto con cui i dialoghi erano scritti. Tuttavia ad impressionarmi maggiormente era la scena teatrale, nel suo insieme, che prevedeva il pubblico a stretto contatto con gli attori come a rappresentare l’indifferenza nella quale si consumavano i drammi. E allora capitava di essere oggetto di sguardi fulminei, di ritrovarsi ad un metro dal gruppo di teste rasate che urlavano il loro odio, di assistere muti ai soliloqui dei personaggi sempre più persi nella loro condizione. La rappr

SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 11: Le Cosmicomiche

Immagine
Una delle cose che più mi diverte fare quando scrivo è inserire qua e là velate citazioni. Mi riferisco ad elementi riconducibili a libri (ovviamente), film, canzoni, quadri e tutto quanto di artistico verso cui mi sento legato. Devono essere dei timidi riferimenti per dare modo al lettore di scorgere, come attraverso la fessura della chiave, l’opera in questione. E’ un gioco di incastri che si esaurisce nella stragrande maggioranza dei casi in una singola parola e che crea un livello di lettura per tutti quei lettori che prima del mio romanzo potrebbero aver condiviso quel disco, quel libro, quel film, etc. Tra gli autori più citati in Satyrandroie c’è Italo Calvino. A mio avviso è una delle esperienza letterarie più singolari della cultura italiana e forse l’unico, nel Novecento, ad avere uno sguardo remoto e vicino allo stesso tempo, capace di raccontare le cose da migliaia di anni luce di distanza con stessa la sensibilità di chi ti sta accanto. E l’unico a creare, nella s

Le presentazioni di Satyrandroide: locandine, video e foto

Immagine
Satyrandroide è uscito in tutta Italia all'inizio di questo febbraio e con esso è partito il mio tour di presentazioni. E' un'esperienza, un viaggio, che mi voglio godere e proprio per questo tendo a vivere le presentazioni come degli incontri piacevoli e godibile, ricchi di idee e argomenti che partendo dal libro si estendono ad ogni altro ambito della realtà e della fantasia. Una chiacchierata insomma col relatore e con le persone, intervallata da letture di estratti del romanzo.  Il primo incontro si è tenuto ad Andria, presso la libreria Persepolis.  A dialogare con me un amico, ma anche un umanista che si divide tra insegnamento e guide turistiche nelle zone di Castel del Monte, Bari e Matera: Alessandro Di Nunno.  Ecco qui alcuni momenti:  Il secondo incontro invece si è tenuto nel mio paese, Corato, presso Lapis Architettura, uno studio provvisto di ampi spazi e arredamenti raffinati e accoglienti allo stesso tempo. A parlare con m