SATYRANDROIDE, Tra la Penna e il Calamaio. 20: Il Buono, il Brutto, il Cattivo

“Il Buono, Il Brutto e il Cattivo” è uno di quei film che potremmo rivedere decine di volte senza mai abituarci: i volti scavati da estenuanti cavalcate, le frasi forgiate nello stesso metallo delle pistole, le melodie che intonano il silenzio di un deserto in fiamme e gli sguardi che in un istante sanno raccontare una vita, avranno sempre qualcosa da dirci.


Ho sempre considerato il capolavoro di Sergio Leone la massima espressione di una grande stagione epica che, in qualche modo, riusciva a restituire la dannazione, la tragicità e il dualismo dei racconti omerici nel contesto selvaggio del Far West. Sui suoi personaggi Sergio Leone diceva che “I buoni possono fare cose cattive e i cattivi possono fare cose buone”. E anche se non si intravede un destino, aggiungerei, né divinità che lavorano affinché questo si manifesti, i personaggi di Sergio Leone affrontano la crudeltà del loro mondo con una sorta di sorriso beffardo, una trasmutazione involontaria di quell’eroismo con cui gli eroi greci affrontavano la loro sorte. In un mondo che ghigna, un sorriso di rimando è già di per sé il primo proiettile sparato. 
“Dormirò sonni tranquilli, ora che il mio peggior nemico veglia su di me”
I personaggi sono maledetti, una maledizione che è presente nella terra che calpestano, nelle pistole che maneggiano, nel fiato con cui danno suono alle parole e in tutto ciò che compone loro stessi. Insomma sono maledetti per il solo fatto di vivere e di questo ne sono perfettamente consapevoli. A fronte di questa loro condizione, ciò che c’è buono e ciò che c’è cattivo si fondono in un’unica polveriera, due concetti che diventeranno distinti e diversi solo quando i personaggi troveranno quanto avranno a lungo cercato. Perché in quello stesso momento, insieme al “tesoro” tanto agognato, troveranno il loro destino.

I personaggi principali di Satyrandroide sono tre, esattamente come in Satyrandroide, ma sarebbe troppo semplice e banale dire che questo sia derivato da “Il buono, il brutto e il cattivo”. Forse è stata una semplice coincidenza. D’altro canto sono più che convinto che il capolavoro di Sergio Leone, insieme alle musiche di Ennio Morricone, mi abbiano fortemente influenzato sin nella costruzione dei personaggi. 



"Satyrandroide" è disponibile on line (amazon, Feltrinelli, Mondandori Store, Ibs, etc) e in libreria (se non presente a scaffale è possibile prenotarlo).

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