Su "Le Ombre di Morjegrad" (Premio Urania 2018)
Le ombre di Morjegrad è un mosaico sepolto sotto metri di terra che il lettore scopre pagina dopo pagina, rimbalzando tra un personaggio e l'altro, tra una voce e l'altra, rimanendone sempre più intrappolato.
Le vicende del romanzo sono per lo più ambientate nei bassifondi sociali (e non solo) della città, dove si annidano ingiustizie o violenze e affondano i pilastri del potere. Non è un caso infatti che la Morjegrad oscura e sotterranea si riveli agli occhi del lettore uno specchio capovolto, un'enigmatica gemella di quella parte della città che si erge fino all'acropoli. E' dunque un romanzo di paralleli: di storie, di registri e personaggi che seppur ostili e contradditori si rivelano l'uno indispensabile all'altro, uno specchio, appunto, dell'opposto.
Le vicende del romanzo sono per lo più ambientate nei bassifondi sociali (e non solo) della città, dove si annidano ingiustizie o violenze e affondano i pilastri del potere. Non è un caso infatti che la Morjegrad oscura e sotterranea si riveli agli occhi del lettore uno specchio capovolto, un'enigmatica gemella di quella parte della città che si erge fino all'acropoli. E' dunque un romanzo di paralleli: di storie, di registri e personaggi che seppur ostili e contradditori si rivelano l'uno indispensabile all'altro, uno specchio, appunto, dell'opposto.
Uno dei parallelismi singolari del romanzo è il doppio registro narrativo con cui ogni vicenda viene raccontata, passando dall'io narrante alla terza persona. A voler cercare una geometria di prospettive potremmo dire che l'Io rivela, attraverso il suo protagonista, il corso degli eventi nella contemporaneità del romanzo; la Terza Persona invece trascina dietro di sé il magma umano e sociale insito in ogni personaggio nonché in tutti i fatti e gli eventi che costituiscono l'ordine claustofobico in cui la Cavallero ci scaraventa. Una struttura che seppur possa risultare, nella prima parte del romanzo, disorientante e refrattario ad ogni punto di riferimento, riesce nella seconda parte a ricucire e riannodare le fitte trame che costituiscono la parte più oscura della città. Forse proprio per questo è una lettura che necessita di un po' di tempo, a mio avviso, per permetterle di restituire al lettore il giusto coinvolgimento.
Narrata con uno stile diretto, ma arricchito di trovate espressive, forte di punti di vista prevalentemente femminili, è una storia di poteri degenerati, di corruzioni e di tanti personaggi, ognuno col proprio mondo, talvolta piccoli come formiche, altre volte incogniti ma giganti al punto da influire o addirittura determinare gli eventi. Unica protagonista del romanzo è Morjegrad, città colonia, antica promessa avveniristica dell'uomo e oggi formicaio di destini, di innocenze perdute e di uomini dannati. Una città la cui sorte è legata indissolubilmente alla redenzione dei suoi stessi abitanti.
Vincitore del Premio Urania 2018 è un romanzo che, pur nutrendosi di buona parte della tradizione fantascientifica novecentesca, ripropone con originalità una delle utopie più classiche: l'amplificazione delle capacità umane e il superamento dei limiti biologici. Le Ombre di Morjegrad è la narrazione della "caduta di Icaro" in un'era post terrestre.
Commenti
Posta un commento