The Martian - la risposta perfetta a tutti i perchè sulle missioni spaziali

Chi mi conosce sa del mio debole verso la Fantascienza, quella con la F maiuscola, quelle storie narrate e inventate che derivano da uno sguardo attento sul presente, capace di cogliere gli aspetti più misteriosi del progresso scientifico, e più in generale umano. E' per questo che ho deciso di spendere qualche parola sul film "The Martian".

Il plot - La storia parte da una missione su Marte e dall'incidente in cui rimane coinvolto uno degli astronauti. Questi, il botanico Watney, viene creduto morto e quindi abbandonato sul pianeta rosso. Il problema però è che le cose non stanno proprio così e ben presto il nostro protagonista si risveglia tutto solo in un pianeta disabitato con provviste di ossigeno e viveri scarse. Come fare, e cosa fare, quindi per sopravvivere al di là delle risorse attualmente disponibili?

Il film rappresenta in maniera metaforica e simbolica, come da perfetta tradizione fantascientifica, la forza che muove la ricerca scientifica. Non parliamo di curiosità o di ricerca di risposte millenarie alla natura delle cose, bensì di esigenze legate alla mera sopravvivenza, esigenze che portano inevitabilmente all'evoluzione. L'essere umano per sopravvivere è chiamato in continuazione a toccare con mano i propri limiti, a studiarli e poi varcarli. Ed è proprio lontano da casa infatti che l’essere umano, pur nelle condizioni più drammatiche, è posto nella condizione di portare al massimo la sua potenza intellettuale. L’esplorazione di terre e mare ignoti è, ieri come oggi nello spazio, l’unica esperienza capace di dire all’uomo chi è. Nel bene e nel male. E', insomma, l'unico contesto in cui la sua natura di eroe, nel senso più classico del termine, emerge davanti all'immensità dell'ignoto.

Vi basta per andare a vederlo?
Se vorrete scrivetemi e fatemi sapere che ne pensate.


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