Masserie abbandonate della Murgia

Nel parco nazionale dell’alta Murgia le masserie sono un elemento costante, in quanto hanno rappresentato un capitolo fondamentale nell’economia della zona fino alla prima metà del Novecento. Oggi basta farsi una passeggiata nella murgia inoltrata per trovarne qualcuna. Ce ne sono di due tipi. Quelle che si sono modernizzate trasformandosi poi in masserie didattiche, bed e breakfast e agriturismi e quelle, la gran parte, che invece hanno subito la mano del tempo diventando dei ruderi. Sono queste ultime che qui mi interessano.
Immerse nel silenzio e nel deserto della murgia raccontano timidamente di un’era ormai passata, di un modo di vivere in cui uomini e animali si ritrovavano più volte nella giornata a condividere gli stessi spazi. Ma davanti a questi ruderi è la fantasia che galoppa, ispirata da qualcosa che non è più completo ma che un tempo è stato armonioso (un po’ come accade davanti ai resti romani): gli ingressi privati delle porte, le stanze appena delineate da quello che resta delle mura, la stalla riconoscibile dal largo perimetro, le vasche del letame e i muretti a secco che invece il tempo l’hanno vinto. Ogni elemento è un incanto. Intorno ad essi la natura che ha continuato il suo corso, come un giovane alberello nato laddove sorgeva una stanza, o come una quercia secolare che, potendo parlare, avrebbe da raccontare di generazioni di uomini e dei loro sogni.

Il richiamo alla scoperta di questi ruderi è irresistibile. Ecco una tra tante, sulla via del Castel del monte, all’incrocio con la Mediana (sulla via per Minervino).








Commenti

Post popolari in questo blog

Il Calamaro gigante di Fabio Genovesi

Il Fascino di una Villa Antica e l'incanto che ne rimane (a seguire racconto: "Domenica Sportiva")

Viaggio a Parigi: tra fantastico, gotico e bolge heavy metal