24.08.2016 - Ennesimo bollettino di guerra

Ancora una tragedia. 
Ancora un maledettissimo disastro. 

Non ci sono bombe che cadono dal cielo, né esecuzioni di massa, tanto meno eserciti invasori, ma ogni uno o due mesi ci ritroviamo afflitti e feriti dall'ennesimo bollettino di guerra. Per non parlare degli idioti governativi che sfornano la solita minestra: che gli Italiani danno il meglio di sé nei momenti più difficili e bla bla bla. Il solito teatrino. 

In questo dannato Paese viviamo una normalità e una quotidianità sempre sul filo del rasoio, tutt'altro che pacifiche e vivibili, una realtà niente affatto rassicurante, degno di un Paese che vorrebbe definirsi civile ed evoluto. Viviamo così ogni santo giorno fino a quando si verifica l'ennesima e immane tragedia. E allora puntali che i rappresentanti delle istituzioni, come per nascondere le proprie responsabilità, prendono ad esaltare, a mo' di contraltare, quella capacità dei disperati di affrontare le catastrofi. O a parlare subito di ricostruzione, come se le vite delle persone possano essere ristrutturate, specie di quelle che non ci sono più.

Questa rituale retorica post tragedia è vomitevole e vigliacca! La verità è che gli italiani sono delle belve assetate di sangue, lo sono ogni volta che non fanno quello che deve essere fatto per evitare il peggio. Lo sono ogni volta che pensano di vivere in una società che non è affar loro. Sono artefici di una guerra, silenziosa e sotterranea, che scioccamente porta a distruggere loro stessi, i loro figli, il loro stesso mondo. Mai, come in questo periodo, in Italia è vera un'antica affermazione: che le colpe dei padri ricadono sui figli. 

Siamo in guerra, si, ma la cosa peggiore è che il nemico siamo noi stessi.




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