Budapest Sziget Aquicum: Agosto 2016

Camminando lungo il Danubio (e anche più all'interno), lato Pest, si ha come l'impressione che persone del passato, con le loro piccole storie quotidiane e i momenti vissuti tra le vie della città, per un misterioso sortilegio siano state trasformate in statue di bronzo. Si, proprio lì, dove usavano stare, in un momento di massima bellezza immortalato per l'eternità.





Pur essendo una città di stampo tedesco, quindi ordinata nella sua struttura e discreta nella sua vitalità, sembra comunque serbare una propensione sociale spiccata: le persone girano e si concentrano come mosse da un certo gusto estetico, come destinate a loro volta a diventare incantevoli statue di bronzo. E' come se i flussi di persone andassero quasi a vivacizzare lo stile raffinato e regale della sua architettura. 




Per chi ci è stato, una regalità magica in parte mutuata anche dalla Transilvania


La piazza degli Eroi serba forse uno dei monumenti più belli della città, quella dei re fondatori. 
Monumentali, perfetti in ogni piega, tratto e particolare, sono così perfetti da offrire un certo effetto cinestetico, ovvero da dare l'impressione che questi re, così fieri a cavallo, si stiano muovendo sotto (o meglio sopra) i nostri occhi. Un'opera che incanta.  



D'altronde, imponenza ed eleganza è uno dei tratti dell'architettura di Budapest. Monumento della Libertà


Perchè andare a vedere le rovine dell'antica Aquincum?
Al di là del mio personale amore per il mondo antico (e della mia convinzione per cui, armati di conoscenza e immaginazione, nessun reperto o scavo sia trascurabile) credo che solo da siti lontano migliaia di chilometri dalla capitale, si può avere l'idea di quale grande, multiculturale e unitario progetto sia stata autrice la civiltà romana già duemila anni fa.


I colori e l'elettricità dello Sziget Festival: Skunk Ansie



Un comune denominatore di tutto l'est Europa è l'astio verso il Regina Comunista e l'invasione russa. Da Danzika a Bucarest l'insofferenza verso i russi è tuttora così presente che lo si avverte nell'aria, nelle strade, nelle parole e nei monumenti. E' un sentimento largamente diffuso che supera persino quello contro l'invasione nazista, anche laddove quest'ultima è stata estremamente spietata e distruttiva.
A Budapest per esempio, hanno confinato le monumentali statue dell'era comunista in una sorta di parco a tema a 20 km dalla città. In verità, sembra quasi un parcheggio, un deposito a cielo aperto, ben lontano dal fulcro della vita. Un'ottima soluzione, insomma, per tenersi lontano un ricordo scomodo.



E per quanto le statue di eroi e di Lenin, Marx, etc cerchino di ispirare gloria e grandezza, un silenzio quasi irreale aleggia in tutto il parco. 


Ma se la gloria e la fierezza russa vengono buttate nella campagna più remota dalla città, la sofferenza e l'angoscia lasciata dal nazismo è tuttavia ben impressa nella memoria della città, anche attraverso monumenti che con la sua estetica inequivocabile sanno zittire.


Io non sono un grande frequentatore di terme, ma posso dire con certezza che alle terme Széchenyi ho fatto tra le mie migliori esperienze balneari. Piscine a parte, la struttura è organizzata in due aree. Nella grande piscina esterna il bagno è conviviale, reso ancora più vivace dal vortice centrale. All'interno invece un percorso di vasche caldo/freddo in cui rilassare mente e corpo per poi rigenerarsi (come in un flusso di energia entranti e uscenti) fino al midollo. Senza però perdere quella piacevole e curiosa convivialità. 
P.S.: la vasca 20° è per veri uomini e se riuscite a rimanere per oltre 1 minuto, poi esci che sei un Dio. E se un nordico ti dice "You are my hero" hai il doppio delle soddisfazioni. 
ndr: per motivi esperenziali non ho foto dell'interno. 


I cosiddetti bar in rovina



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