Cuore di tenebra

Tra le zone che l’androide Ulisse si ritrova ad esplorare ci sono quelle che saltano alla cronaca internazionale e vengono dimenticate in un batter d’occhio. Per esempio ci siamo già dimenticati dell’Egitto dove il popolo continua a protestare contro il governo attuale nominato dallo stesso Moubarak (di cui non si sa nulla). Certo, si stanno processando già i primi gerarchi della vecchia classe dirigente ma la battaglia non è ancora conclusa.
Ma oggigiorno abbiamo un cuore di tenebra che è ormai da definirsi per eccellenza. Se il nostro androide Ulisse, suo malgrado, dovesse andare a caccia di Kurtz, al posto del capitano impersonato da Martin Sheen in Apocalypse Now, ora lo troverebbe non in Viet Nam ma in Iraq.
L’Iraq è il cuore di tenebra più emblematico. Prima l’abbiamo sommerso col nostro fuoco alimentato con fantasmi, rancori e capri espiatori e poi l’abbiamo relegato nel dimenticatoio. Questo spiega anche certe affermazioni fatte da chi questa tragedia l’ha desiderata più di tutti: “La democrazia non si esporta” (Frattini – ministro degli esteri italiano). Kabul e Baghdad ringraziano.
Ma, giusto per la cronaca, l’onda della rivoluzione sta passando anche da lì. L’Internazionale riporta la notizia del bilancio di una manifestazione tenutasi il 25 febbraio a Baghdad e finita con tredici feriti. Le forze dell’ordine hanno impedito alle televisioni di trasmettere le immagini della manifestazione contro la corruzione, la disoccupazione e il cattivo funzionamento dei servizi pubblici di base. Lo stesso premier ha presentato le sue scuse ad un giornalista straniero picchiato dai poliziotti.
Dall'Internazionale

Del silenzio che sarebbe piombato sull’Iraq se ne parlava in "Leoni per agnelli", un film di qualche anno fa. Tra le varie storie che si intrecciano c’è quella di una giornalista (Maryl Streep) chiamata ad intervistare un senatore repubblicano (Tom Cruise). Quest’ultimo ha da annunciare al mondo una nuova strategia degli Stati Uniti nella guerra in Aghanistan: conquistare le vette perché le vette permettono più visibilità e quindi più potere. Ma presto si scopre che è tutta demagogia tesa a sfruttare l’Afghanistan come diversivo per stendere il silenzio sull’Iraq e sulla nostra tragedia.

La cosa strana è che nonostante la facciano sporca osiamo ancora difendere o giustificare scelte e personaggi. D’altro canto si sa: le peggiori azioni vengono incastrate nel dimenticatoio fino a quando non schizzano fuori dalla pressione. Come i cuori di tenebra.

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