"Infondo a destra": un gentile e incantato cortometraggio di qualche anno fa

Anni fa conobbi un vecchio. Si chiamava Ciccio e mi ci affezionai subito. 
Era forse uno degli ultimi testimoni diretti della seconda guerra mondiale. Aveva fatto il liceo e aveva avuto rogne per aver strappato un manifesto fascista. Poi era partito in guerra e dopo l’8 settembre del 1943, come tanti italiani, si ritrovò in un campo di prigionia tedesco. Arrivò a pesare trenta chili fino a quando il campo fu liberato dai russi. Ricordo ancora i suoi occhi quando parlava della fuga su un tappeto di cadaveri, insieme ad altre migliaia di prigionieri, tutti come lui indifferenti alla tragedia che giaceva sotto i piedi. 
Ma Ciccio non parlava solo di guerra. Aveva molte passioni come la campagna, la lettura dei quotidiani, la cura delle piante e lo stare in mezzo alla gente. Ancora meglio tra i giovani. 
Lo intervistai per la testata locale per cui lavoravo. L’articolo ebbe un considerevole eco nel paese al punto che con l’assessore alla cultura e il circolo Arci locale organizzai un incontro pubblico. Fu un successo sia per lui, il quale una volta impugnato il microfono prese a raccontare per oltre un’ora senza sosta la sua guerra, sia per la partecipazione (l’organizzazione dovette ad un tratto fermare gli ingressi).
Mi piaceva parlare con lui anche perché, tra un discorso e l’altro, mi chiedeva dei racconti che scrivevo e mi ricordava di avvisarlo non appena sarebbe uscito qualcosa di mio. Purtroppo non ne ho avuto modo in quanto la mia prima pubblicazione, un racconto in una rivista, è avvenuta nel 2009, quando Ciccio era andato già via. E oggi, a pochi mesi dalla pubblicazione del mio primo romanzo, ne sarebbe stato molto felice. 
Ciccio per me è un bel ricordo. E’ per certi versi un contraltare in un contesto in cui molti anziani vengono meno ai propri ruoli sociali. Molti ti parlano di proprietà da accumulare, di soldi e di governi da maledire. Al massimo arrivano al ragù della domenica. Ci saranno sicuramente anziani vogliosi di raccontare altro, ma temo stiano diventando una rarità. O forse, chissà, siamo noi ad essere diventati poco permeabili alle storie o troppo schiavi della modernità per ascoltarle (come il venditore del film che segue)...
Credo sia per tutti questi motivi che tendo a rivedermi questo bellissimo corto. Il personaggio che Sergio Fiorentini interpreta in “Infondo a destra” mi ricorda un po’ Ciccio. L’aria stanca, la muta curiosità di chi vede il mondo correre e la lentezza di chi della corsa non gli interessa più nulla. E insieme un intreccio di emozioni, ricordi e immagini che scolpiscono un volto sorridente e malinconico allo stesso tempo. Vedo in questo corto quel tipo di anziano che oggi potrebbe curare e illuminare generazioni di giovani e non. 
Buona visione. 

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