La balena delle biblioteche


La balena, questo è il nome che diamo alla crisi (così, per esorcizzarla), è un processo di trasformazione sociale, economica, culturale e politica che porta ad un nuovo equilibrio. Quando si è nella sua pancia possiamo immaginare i suoi esiti ma di certo, come in ogni aspetto della vita, c’è sempre un certo margine di imprevedibilità. Ma tra le varie realtà che oggigiorno si sembrano più in bilico ci sono le biblioteche.
Una serie di articoli giornalistici, tra cui uno comparso poche settimane fa sul Messaggero, hanno dato voce a quelle paure che seppure condivise da tutti gli addetti ai lavori sono rimaste per lungo tempo nascoste tra catalogazioni e scaffali. Le biblioteche rischiano seriamente di non sopravvivere alla balena.

Le motivazioni sono tante.  
Partiamo ad esempio dalla cultura. La cultura è la prima a risentire dei periodi critici perché i primi tagli economici vengono fatti proprio in questo settore. E’ chiaro che spesso la balena è anche un pretesto per promuovere un appiattimento culturale e gettare più persone possibili nell’ignoranza. E l’ignoranza si sa, genera servilismo. Certo, non è sempre così, ma i governi che effettuano questi tagli molto spesso non si fanno scrupoli.  
D’altro canto però il settore della cultura si deve dividere i fondi pubblici con la sanità, la polizia e i vigili del fuoco.
In questo scenario le biblioteche sono all’ultimo posto. Infatti, nonostante siano delle istituzioni fondamentali per la democrazia e il progresso umano, le biblioteche sono di fatto frequentate da una minoranza della popolazione. Di conseguenza il governo di turno, sempre a caccia di consensi, preferisce effettuare dei tagli nelle biblioteche anziché altrove, poiché qui saranno in pochi a lamentarsi.
Un altro punto importante della crisi, ops della balena, delle biblioteche sta proprio in una nuova forma di ignoranza che si sta diffondendo nei quartieri alti della cultura. Una buona fetta della popolazione studentesca universitaria è incapace di distinguere il valore dei materiali presenti su siti come Wikipedia da articoli di riviste specializzate. Da qui parte l’illusione che internet abbia ormai preso il posto delle biblioteche.

Mea culpa.
Molte persone non sanno cosa sia realmente una biblioteca. Né, tantomeno, sanno distinguerla da una libreria. Per tante è un posto dove ci sono semplicemente i libri, come se questi fossero freak riuniti in sette segrete. Mi è capitato più volte di tranquillizzare persone che, affacciatesi per la prima volta in biblioteca, erano intimorite come condannati a morte, o di salutarle quando se ne andavano con tre libri in mano dopo aver scoperto che il servizio di prestito era gratuito.
E’ anche vero che in tutti questi anni gran parte degli addetti hanno lavorato male, costruendo non solo un’immagine della biblioteca oscura e pesante, ma anche mettendo a lavorare nullafacenti e menefreghisti. In alcuni casi, nella costellazione degli impieghi pubblici, la biblioteca ha addirittura rappresentato un esilio. Dunque dobbiamo ammetterlo: in parte nella bocca di questa balena ci siamo voluti entrare.

Non sappiamo quale sarà il suo destino ma la biblioteca resta la più grande invenzione volta a ridurre drasticamente le distanze tra l’individuo e l’informazione. Soprattutto nell’era di internet, in cui gli elementi di disturbo sono innumerevoli e l’esigenza di filtrare informazioni dettagliate, autorevoli e reali è più sentita che mai. La biblioteca è il posto più adatto alla coltivazione delle intelligenze perché, gestita da un buon bibliotecario, cerca di scoprire le esigenze intellettuali dell’individuo e di avvicinarlo alle rispettive fonti. Potremo avere a disposizione tutta la conoscenza del mondo ma senza qualcuno o qualcosa che ci aiuti a filtrarle sarà come avere niente.
Ma la biblioteca non è solo questo. E’ anche una piazza di socializzazione e scambio, dove una persona può incontrare l’altra, un posto dove chiunque può essere assistito nelle sue ricerche o nelle sue curiosità culturali, una delle rare realtà che assicurano a tutti, proprio a tutti, la possibilità di coltivare la propria intelligenza.

In culo alla balena.  

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