Tra Scott Pilgrim e la schizofrenia dei trentenni


Esiste una generazione cresciuta con alcune certezze: il potere emancipatore dello studio, le conquiste dei diritti nel lavoro, la sobrietà come punto di riferimento nelle questioni ufficiali e via dicendo. Dall’altra però è una generazione che, una volta cresciuta, si è ritrovata a vivere non solo in un mondo che ha tradito puntualmente le certezze acquisite, ma anche alle prese con un granitico concentrato di pura disillusione che grava sulle spalle. Un’inevitabile conseguenza.
Si tratta di una generazione un po’ schizofrenica che sembra uscita da un film di Fellini, o dal Rocky Horror Picture Show. Si, perché questa generazione è la stessa che fino a più di vent’anni fa si alimentava con robuste dosi di fantasia ricavate da cartoni animati e videogiochi.

Il mondo attuale dice a questa generazione che la vita è una lunga serie di combattimenti. Forse più di prima. Appurato questo sarebbe curioso sapere come ognuno di noi affronta quotidianamente gli ostacoli e i “nemici” che si frappongono tra noi e la nostra strada. Si, perché da un certo punto di vista la vita è così pazza da farci ritrovare, da un momento all’altro, su un ring. Un negozio, un’aula universitario, un pub, in ufficio, una casa o qualsiasi altro luogo: ognuno di questi posti può trasformarsi, all’improvviso, in un ring. E allora, in questa continua imprevedibilità, in questo essere continuamente sotto il tiro di un cecchino, con quali immagini ognuno di noi approccia alla realtà?

Per esempio.
Scott Pilgrim vs the world” è un film che racconta la vicenda di un ragazzo che, innamoratosi di una ragazza, deve affrontare l’orda dei sette ex. Da un momento all’altro si ritrova in combattimenti corpo a corpo in cui mosse acrobatiche, armi non convenzionali, poteri vegani e altre trovate decidono gli esiti degli incontri. E’ un film che, corredato con citazioni di cartoni animati e videogiochi, si presenta come una commedia originale, capace di essere demenziale ma allo stesso tempo brillante. Tratto da un graphic novel americano ne riproduce la sequenza delle scene, le quali rimbalzano l’una nell’altra offrendo un ritmo schizofrenico e quindi comico. Ma a rallentare il tutto interviene spesso una fotografia quasi disegnata, ricca di immagini poetiche. Si, perché il film è anche una storia d’amore e, in amore, la schizofrenia è poesia pura.

E’ vero. Come Scott Pilgrim con i sette diabolici ex, ognuno di noi, della generazione schizofrenica, è un po’ un Cavaliere dello Zodiaco alle prese con le dodici case dei cavalieri d’oro per affrontare gli esami universitari. Certo, generalmente gli esami sono più di dodici ma il principio è più o meno simile. E' un po’ Uomotigre alle prese con gli emissari della Tana per proteggersi da chi, ogni giorno, ci vuole fare fuori. Ed è un po' Ken, Ryu, Blanca, Chun lì, Honda o chicchessia per stare in un mondo diventato un immenso Street Fighter. Queste immagini non sono un modo per evadere dal presente perché queste immagini fanno parte di noi.

Accade sempre così.
Quando in un film, in un libro o in un fumetto, si raccontano delle schizofrenie quotidiane delle persone si finisce per tranquillizzare tutti coloro che credono di essere malati. Storie di questo genere dicono: “Guarda amico mio, le tue allucinazioni non sono i sintomi di una malattia ma, semplicemente, i caratteri di una certa cerchia di esseri umani. Sono più diffusi di quanto tu possa pensare e ci comunicano che siamo fatto in una certa maniera. Tutto qui”.
Non siamo affetti da nessuna sindrome, né viviamo fuori dalla realtà. Ognuno di noi combatte per qualcosa. Ma per combattere si ha bisogno di un bagaglio di immagini e sogni che ci aiutano a restare quello che siamo e a non farci plagiare dai tempi attuali. Che, sicuramente, sono molto più insani.


P.S.: Attenti ai vegani.
N.B.: Gli ex sono una gran brutta bestia.

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